Pane Burro & Marmellata

Una striscia quotidiana di riflessione


di Paolo Fileni

Cristicchi a proposito dell’utero in affitto

I negozi dove commissionare il “prodotto” e il destino delle “Cicogne”

Camerano, 23 marzo 2023 – Riprendo il post pubblicato dal cantattore Simone Cristicchi (foto, con una “cicogna”) lo scorso 21 marzo. Tema: l’utero in affitto, quanto mai attuale di questi tempi. Per rifletterci, ragionarci su e magari farsi un’opinione. E magari, dopo, esprimerla liberamente con educazione e rispetto verso chi la pensa diversamente.

Lo faccio io per primo, dicendo che sto con Cristicchi, credo che i figli si debbano avere in modo naturale, conseguenza di un’unione fra un uomo e una donna; chi può li fa, chi non può pazienza, ma la coppia in questo caso deve essere messa nella condizione di poterne adottare almeno uno legalmente (maschio o femmina che sia) senza dissanguarsi finanziariamente o essere additata da mezzo mondo. Tutte le altre opzioni sono out. Tutte.

Scrive Cristicchi:    

CICOGNA 2.0

«Jelena è nata e vive in un piccolo paese del Kosovo. Jelena è una roda, una cicogna. Nessuno deve sapere quale sia il suo lavoro; è un segreto, soprattutto per amici, parenti e villaggio.

Ha prestato il suo utero a chi non poteva avere figli, anzi, in un mondo dove le parole rivestono estrema importanza, ha venduto, noleggiato, affittato il proprio utero, perché nel mondo ricco, eterosessuale ed omosessuale, il figlio è un diritto, che se non si ottiene per grazia, fortuna e natura, si compra con il danaro.

Il costo di un bambino fatto e finito, esente da difetti, con ragionevole garanzia, varia da 35.000 a 50.000 euro; la quota che percepisce la cicogna, la donna, che ha subito l’impianto, che lo ha portato in grembo per nove mesi e che lo ha partorito, solitamente è di 5.000 euro. Spesso le “rode” vengono convinte a vendersi, spinte anche da una povertà estrema che apparentemente non lascia scelta.

I negozi dove commissionare il “prodotto”sono sparsi ovunque, alla portata delle diverse esigenze e possibilità:

  • Biotexcom, Kiev, Ucraina
  • Mediterranean Fertility Institute, Creta, Grecia
  • Feskov, Praga, Repubblica Ceca
  • Interfertility, Madrid, Spagna
  • Human resources, Charkiv, Ucraina
  • Gestife, Barcelona, Spagna
  • Growing generations, Londra, Regno Unito, con filiali negli Stati Uniti e in Canada, loro però sono cari; per il tuo bambino su misura, puoi arrivare a spendere sino a 3 volte di più, 150.000 euro.

Vorrei vivere in un mondo dove la maternità surrogata venga abolita, e dove invece tanti bambini orfani e privi di futuro possano essere adottati, e cresciuti con Amore da coppie che non possono avere figli.

Spero che questo post non fomenti inutili polemiche, ma sia uno spunto di riflessione per gente di buon senso, per chi non si adegua al pensiero unico, e vuole approfondire cosa ci sia dietro tanti slogan vuoti».

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Una striscia quotidiana di riflessione

di Paolo Fileni

Il coraggio dorico di svoltare dopo 30 anni di centrosinistra

L’antico popolo di mare si è stufato di galleggiare e basta


Camerano, 30 maggio 2023 – E così, dopo oltre trent’anni, gli anconetani popolo di mare hanno trovato il coraggio per mettere la parola fine ad un vero e proprio regno politico del centrosinistra scegliendo come proprio Sindaco il candidato del centrodestra Daniele Silvetti, già presidente dell’Ente Parco del Conero, netto vincitore di queste Amministrative 2023 sulla candidata del centrosinistra Ida Simonella rea d’essere foresta (non anconetana), e delfina di quella Valeria Mancinelli sindaco uscente da uno scranno decennale che, dopo averne tessuto le lodi in fase di candidatura, l’ha praticamente lasciata da sola ad affrontare le fatiche della campagna elettorale prima e dei ballottaggi poi.

Un regno così lungo, e per certi versi inspiegabile quello del centrosinistra, che ha finito per logorare i regnanti e ancor di più i sudditi stufi, questi ultimi, di sentirsi dire negli ultimi tre decenni che tutto sarebbe cambiato in città per poi rendersi conto che nulla cambiava. Dunque, un coraggio il loro dettato più dalle delusioni accumulate nel corso dei decenni che da una vera e nuova consapevolezza politica.

Ida Simonella ha perso per tanti motivi ma, principalmente, perché non ha avuto la capacità di trasmettere discontinuità rispetto a chi l’ha preceduta. Anzi, su quel solco s’è incanalata convinta di poter sfruttare a suo favore quello storico zoccolo duro della sinistra anconetana che, va detto per coerenza, non l’ha tradita. Ma non è bastato ad arginare la forte volontà di tanti dorici di vedere davvero cambiare la città. E dal momento che l’unica alternativa era il centrodestra, hanno trovato il coraggio per provare a dare una svolta.

L’avvocato Daniele Silvetti ha vinto per tanti motivi. Intanto perché, come presidente dell’Ente Parco del Conero, in questi anni ha dimostrato capacità gestionali, senso dell’innovazione e visione. Realizzando tutta una serie d’iniziative che hanno davvero migliorato il Parco. Ha condotto una campagna elettorale dai toni bassi, con stile, senza mai aggredire l’avversaria. Senza mai promettere l’irrealizzabile. E dando davvero il senso della volontà di cambiare gli schemi stantii del centrosinistra locale (e non solo), offrendo un assessorato a quei giovani guidati da Battino che sono davvero la novità di queste Amministrative.

Sui social crescono le aspettative verso il nuovo Sindaco, chiamato a dimostrare che una nuova Ancona è possibile. Impresa ardua ma non impossibile. Commentando i risultati, qualcuno l’ha messa sull’ironia: “Buongiorno Ancona, tutto bene?”. Bello, serio e lucido il post di Eliana Maiolini che si rivolge alla Simonella scrivendo, tra l’altro: “Amica mia oggi è duretta, come diceva nonna…  Sarebbe andata così, era quasi scritto. La città ha voluto il cambiamento perché noi in 30 anni eravamo ormai un sistema di soliti noti. Ce ne siamo accorti durante la campagna elettorale ma ostinati e generosi fino alla fine ci abbiamo creduto. Tutti. È una saracca, come si dice ad Ancona. Nessuno ne esce illeso… Buon lavoro a chi verrà. Senza pregiudizi”. Leggetelo, ne vale la pena.

Chiudiamola così. Buon lavoro a Daniele Silvetti e alla squadra che metterà in piedi nei prossimi giorni. Perché di un buono, ottimo lavoro, ha disperatamente bisogno la città di Ancona e ancor di più gli anconetani, antico popolo di mare che si è stufato di galleggiare e basta.

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