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Anno bisesto anno funesto

Una credenza popolare che nasconde le gravi responsabilità imputabili all’uomo

Camerano, 31 dicembre 2020 – Fu Giulio Cesare, intorno al 46 a.C., che decretò la durata di un anno pari a 365 giorni. Ma, dal momento che l’anno solare dura 365 giorni cinque ore e un po’ di minuti, per riequilibrare questo scarto si decise di introdurre nel calendario, ogni quattro anni, un giorno in più. Chiamando quell’anno “bis sexto kalendas Martias” dal momento che i romani lo inserivano il 24 febbraio, prima delle calende di marzo. Successivamente, grazie al calendario gregoriano (fine 1500) l’anno bisestile con un giorno in più a febbraio, il 29, venne regolamentato e portato ai giorni nostri.

Nella tradizione popolare gli anni bisestili vengono considerati anni portatori di sventure (anno bisesto, anno funesto), ma anche qui è colpa degli antichi romani che proprio a febbraio celebravano i morti e condensavano i riti funebri.

Che la credenza popolare sia fondata, non risponde al vero. Nel corso dei secoli abbiamo avuto anni bisesti catastrofici ma pure anni bisesti tranquilli e sereni. Ma questa credenza, il più delle volte, ha portato ad interpretare gli accadimenti in modo prevenuto. Superstizione o meno, la storia comunque non scherza. Fra le principali disgrazie avvenute negli anni bisesti si ricordano:

nel 1666 il rogo di Londra: nel 1908 il terremoto di Messina; nel 1912 il naufragio del Titanic; nel 1948 l’uccisione di Ghandi; nel 1968  quella di Martin Luther King e Robert Kennedy, oltre al terremoto in Belice; nel 1972 il massacro di Monaco di Baviera alle Olimpiadi; nel 1976 il terremoto a Gemona in Friuli; nel 1980 l’uccisione di John Lennon e il terremoto in Irpinia; nel 2004 lo tsunami nell’Oceano Indiano; nel 2020 la pandemia da Covid-19.

Fra poche ore ci lascerà definitivamente questo bisesto 2020, e il mondo intero non desidera altro. Negli ultimi 365 giorni non ci siamo fatti mancare nulla: terremoti, stravolgimenti climatici, pandemia con tante morti illustri e tantissime anonime; crisi economiche, politiche ed individuali i cui effetti devastanti vedremo solo nei mesi a venire.

Tutti però unanimi nell’incolpare del nefasto andazzo questo bisesto (ed incolpevole) 2020, come se bastasse una superstizione a giustificare un anno disgraziato quando invece le colpe sono riconducibili solo all’uomo. Perché, terremoti esclusi dal momento che sono un fattore puramente geologico, tutto il resto si sarebbe potuto evitare se l’uomo non fosse così stolto, avido, geloso, egoista e poco lungimirante.

Se amassimo di più i nostri simili, non ci ammazzeremmo a vicenda a colpi di fucile o di virus incontrollati. Se non fossimo così avidi, non esisterebbero le disparità sociali o politiche che siano. Se non fossimo così gelosi, non esisterebbe l’invidia. Se non fossimo così egoisti, sapremmo accogliere il prossimo con più umanità. Se amassimo davvero i nostri figli, non gli avremmo ridotto il futuro della Terra ad un habitat precario. È il fattore uomo quello da mettere in discussione, non certo un anno bisesto!

Un “normale” 2021 agli abitanti del mondo!

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