Falconara Marittima, 14 giugno 2020 – George Floyd è il nome dell’afroamericano assurto agli onori della cronaca mondiale, nei giorni scorsi, suo malgrado e da morto, per essere stato ucciso per soffocamento da un poliziotto americano. Il suo reato? Aver acquistato un pacchetto di sigarette pagandole con un biglietto da 20 dollari risultato falso.
Una morte assurda e inconcepibile che ha commosso e toccato le coscienze del mondo intero. Oltre ad aver scatenato nelle città degli Stati Uniti la rabbia feroce e incontrollata dei neri d’America che si sono ribellati in massa con cortei e manifestazioni violente. Ma questa è cronaca fresca ancora viva.

La vicenda ha toccato anche il cuore e la sensibilità artistica del cantautore marchigiano Matteo Greco, da sempre attento nei suoi brani a dare voce a storie di ingiustizia sociale. Qualche giorno fa, di getto, Matteo ha scritto il pezzo Mi chiamo George, una canzone chitarra e voce dedicata proprio a George Floyd. Un brano che subito dopo essere stato postato in rete ha iniziato a rimbalzare diventando virale.
Ve lo presentiamo qui sotto nella versione video pubblicata su You Tube, con tutti gli arrangiamenti del caso che il cantautore marchigiano ha registrato in quattro e quattr’otto presso il suo studio. Per chi volesse approfondire e venire a contatto dal vivo con la sua produzione artistica, segnaliamo che Matteo Greco sarà ospite all’evento RicominciaARTE a Treia (MC) il 26 e 27 giugno, dove probabilmente canterà anche ‘Mi chiamo George’.
biografia
Matteo Greco nasce ad Ancona il 7 marzo 1978 da padre napoletano e madre abruzzese, Nino e Mariella, entrambi impiegati per le Ferrovie dello Stato.
Cresce a Falconara Marittima, in uno dei palazzi più grandi del quartiere con circa100 famiglie. A 8 anni si iscrive ad un corso privato di chitarra e a 10 sale sul palco per la prima volta per il saggio scolastico e resta folgorato positivamente dall’emozione provata. A 12 anni forma la sua prima banda del quartiere “ONDA+” con tutti i suoi migliori amici. A 15, lavora per diverse discoteche della zona come pr e scrive la sua prima canzone”Non ti preoccupare” ad oggi mai pubblicata.
Fra i suoi titoli: La strada delle Orfanelle (scritta a 17 anni; cantata anni dopo in duo con Silvia Mezzanotte prima che diventasse cantante dei Matia Bazar; Oggi non vado a scuola (18 anni); Bambola incantata e Donna più donna (20 anni). Fra impegno sociale a favore dei cani randagi, partecipazione all’Accademia Sanremo, concerti in giro per l’Italia, spettacoli teatrali e televisivi, Matteo arriva ai giorni nostri fino a firmare Mi chiamo George.
redazionale
© riproduzione riservata