13 Apr Ancona sud, l’artigianato chiede più credito alle banche
Picchio: “la stretta creditizia ostacola la ripresa del territorio”
Osimo – Imprese sempre più a corto di liquidità. L’artigianato della provincia di Ancona ha subìto una pesante stretta creditizia, con il calo in un anno dei prestiti del -18,8% (-9% la media nazionale) che ha portato lo stock a 450 milioni di euro.
Questo è quanto emerge dalla elaborazione dell’Ufficio Studi Confartigianato su dati Banca d’Italia e Artigiancassa.
«La nostra provincia è interessata da una forte stretta creditizia; al suo interno la Valmusone, da sempre a forte vocazione manifatturiera, è tra le aree maggiormente penalizzate – dichiara Paolo Picchio responsabile territoriale Confartigianato – Inoltre, ha subìto un duro contraccolpo dalle vicende delle principali banche di territorio. Ora è arrivato un nuovo istituto di credito, la BCC di Civitanova, con tre sportelli a Castelfidardo, Osimo e Loreto, e lo invitiamo a comprendere ed esaminare bene le grandi potenzialità delle nostre piccole imprese».
Il calo dei prestiti, a detta della Confartigianato – obbliga a una riflessione non solo sulla stretta creditizia che grava sulla piccola impresa, ma in generale sul ritardo nell’intercettare la ripresa, ritardo che purtroppo interessa tutta la regione.
La Confartigianato da sempre è convinta che i due assi principali su cui investire per il rilancio dei territori siano il capitale umano, con l’investimento in nuove competenze, e il binomio innovazione – internazionalizzazione.
Per l’associazione degli artigiani risulta fondamentale innalzare il livello tecnologico delle imprese, soprattutto dei settori legati ad un manifatturiero che ha al suo interno anche un forte innesto di creatività. «Ma per fare questo – conclude Picchio – servono investimenti, e gli investimenti sono possibili solamente con il sostegno degli istituti di credito. In questo contesto, e al fianco degli istituti di credito, lo strumento della Società Regionale di Garanzia, Confidi, riferimento della Confartigianato, sarà quello che dovrà veramente fare la differenza, per la tutela degli investimenti dei piccoli imprenditori e per il rilancio dei territori, soprattutto di quelli a vocazione manifatturiera».
redazionale