Loreto – La fusione per incorporazione di Carilo in Ubi-Banca continua a destare non poche preoccupazioni. Sembra tutto definito anche se, in realtà, in Regione Marche si sta lavorando per capire se esistono ancora margini per far acquisire Carilo dalla Bcc di Civitanova e Montecosaro.
E la Fondazione Carilo, in questi giorni, si è opposta alla fusione di Banca Adriatica in Ubi attraverso un’azione legale a tutela dei suoi crediti. Insomma, da qui al 23 ottobre, data fissata per l’avvio della fusione (ma la scadenza potrebbe dilatarsi se dovessero sopravvenire novità), potrebbe succedere di tutto e di più. O forse nulla, dipenderà dagli esiti delle manovre in atto. Quel che fa pensare è il totale silenzio di Ubi sull’intera vicenda.

Anche Confartigianato Imprese della zona sud della Provincia segue con apprensione gli sviluppi della fusione per incorporazione di Carilo in Ubi-Banca, partendo soprattutto da riflessioni di carattere strategico e territoriale. Interviene dopo le voci di possibili effetti di restrizione creditizia a seguito della fusione.
Il suo primo pensiero va ovviamente alla possibile stretta occupazionale: «Il nostro auspicio – sostiene Paolo Picchio responsabile sindacale del Mandamento per Confartigianato – è che le operazioni di riorganizzazione non portino alla perdita di posti di lavoro; il tema costituisce la peggiore eredità lasciata da questi anni di crisi su un territorio come il nostro della Valmusone che, invece, poteva vantare performances positive sino al 2007».

Si fa un gran parlare di chiusure di sportelli e preparativi per lo switch, il tutto rinforzato dalle grandi polemiche per le tante cose che si sarebbero dovute fare prima.
«La Confartigianato vuole evidenziare con forza come essa vanti da sempre un’ottima collaborazione con UBI-Banca – sottolinea Picchio – e non vuole assolutamente toccare questioni legate ai soggetti in gioco in questa partita; il nostro pensiero va oltre, va al territorio e alle strategie».
Il timore è che passi in sordina il rischio di un effetto restrittivo per il credito concesso alle imprese della Valmusone che si troveranno ad interloquire con un unico soggetto elargente. In questo momento in alcuni settori si stanno vedendo segnali di ripresa, persino nella stessa edilizia, settore che dovrà giocarsi la partita della ricostruzione post-sisma.

Per fare tutto questo la leva del credito è fondamentale e la caratteristica di tessuti economici come quello dei Comuni di Osimo, Castelfidardo, Loreto, Filottrano, Camerano è che la dimensione di impresa che è oggi soggetta a queste trasformazioni non è solo quella della grande industria, ma soprattutto quella di una media impresa e spesso anche di piccole imprese con alta specializzazione.
«Ci permettiamo di esternare questa preoccupazione – conclude Picchio – perché percepiamo fortemente che, specie in alcuni settori, siamo di fronte ad un bivio: trasformazione o decadenza. Per queste ragioni non ci si può permettere una restrizione del credito nel nostro territorio anzi, serve esattamente il contrario!»
Il messaggio è chiaro: Confartigianato rivolge un pressante appello a tutti gli Istituti di credito – in primis a Ubi Banca – per una fattiva collaborazione per lo sviluppo delle imprese, del territorio e per il sostegno alle famiglie.