Argomenti per categorie

Ballottaggio ad Ancona: gli elettori decidono di non decidere

Il sessanta per cento degli aventi diritto al voto non si reca alle urne. La Mancinelli riconfermata sindaco da un quarto della cittadinanza

Ancona, 25 giugno 2018 – Quel che stava scritto si è puntualmente realizzato: Valeria Mancinelli, sindaca uscente del centrosinistra, ha vinto il ballottaggio e si è riconfermata prima cittadina ad Ancona. In città c’è chi esulta, chi si rammarica e chi, circa il sessanta per cento dell’elettorato, se ne frega.

Già, perché a tanto ammonta l’astensionismo al voto. Su 80.551 cittadini aventi diritto, si sono recati al seggio 34.379 elettori. Solo il 42.68%. E questo significa che 46.172 anconetani ieri non hanno votato.

Al primo turno, due settimane fa, i votanti erano stati il 54,59%, circa il 12 per cento in più.

Ancona – Il sindaco uscente Valeria Mancinelli vince il ballottaggio con Stefano Tombolini e si riconferma sindaco della città per altri cinque anni

I 34.379 elettori di ieri si sono espressi nel seguente modo:

– 21.152 (62,78%) hanno votato per Valeria Mancinelli (centrosinistra)

– 12.541 (37,22%) hanno votato per Stefano Tombolini (centrodestra)

– 244 schede bianche

– 438 schede nulle

– 4 voti contestati non assegnati

In sintesi, degli 80.551 aventi diritto solo 21.152 hanno detto sì alla Mancinelli che si ritrova a raccogliere un quarto dei consensi dei cittadini che amministrerà. Un po’ poco per poter dire che lei rappresenta la città.

Sta molto peggio l’antagonista di centrodestra: Tombolini è stato votato solo da 12mila dorici, poco meno di un settimo degli aventi diritto.

Se fosse vero quel che la Mancinelli ha dichiarato in diretta Rai ieri sera a caldo: “I cittadini hanno premiato la politica del fare”, significa che del suo fare e di quello del suo gruppo se ne sono accorti in pochi. O, se vogliamo guardarla da un’altra angolazione, sono pochi quelli che glielo hanno riconosciuto.

Ancona – Valeria Mancinelli (centrosinistra) e Stefano Tombolini (centrodestra) finiti al ballottaggio. L’ha spuntata la prima con 21.152 voti contro i 12.541 dell’antagonista

Il vero partito che esce vittorioso da queste amministrative è quello degli astensionisti, molti di più di quelli che alle urne ci sono andati. Dati alla mano, resta da capire il perché di questo fenomeno negativo. Hanno dato il risultato talmente scontato da ritenere inutile recarsi a votare per suggellarlo? O non votando hanno pensato di mettere in atto una protesta? È stata colpa del centrodestra incapace di creare appeal intorno al proprio progetto politico? O è stata brava la compagine di centrosinistra a vendere per fatto ed eseguito ciò che in realtà è ancora in gran parte sulla carta?

Resta l’enorme astensionismo, di cui la Mancinelli dovrà tenere conto (avversari politici compresi, ndr). Come si muoverà sapendo che ogni decisione che prenderà non è stata legittimata dai tre quarti degli elettori?

Nel resto d’Italia l’affermazione del centrodestra è stato eclatante: in Toscana e in Umbria le roccaforti del PD sono crollate quasi ovunque sotto le micidiali mazzate della Lega e di Forza Italia. Ancona resta una delle poche città dove il centrosinistra resiste. Quelli del PD marchigiano sono più furbi degli altri? Resiste quello zoccolo duro che impera talmente da tanto tempo che scalzarlo è difficile? Mancanza di avversari credibili? Bravura della Mancinelli? Menefreghismo e immobilismo degli anconetani?

Probabilmente ogni interrogativo porta con sé un minimo di verità. Resta un fatto, inconfutabile, incontrovertibile, destabilizzante, deludente: a 46mila elettori su 80mila non interessa un fico secco di confermare un consenso o di esprimere un dissenso. Perché, restando a casa, non s’incide né sull’uno né sull’altro. E forse questo spiega come mai Ancona è quello che è. Nel bene e nel male.