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2018: aspettative e consapevolezze per l’anno che verrà

Ci lascia, senza troppi rimpianti, un 2017 pesante nonostante un accenno di ripresa

Ci siamo. Questa notte, entro le 24, ci lascerà il 2017. Sessanta secondi dopo, ovunque esploderà il vagito del neonato 2018. Sottoforma di esplosioni, botti, fuochi d’artificio e tanta, tantissima speranza affidata al nascituro per un anno migliore, diverso, con meno preoccupazioni, più soldi, più lavoro. O che resti tutto uguale al vecchio. A seconda dei casi, delle persone e degli andamenti.

Racchiudere in poche righe quel che è stato il 2017 è impresa ardua. Bene o male che sia andato, c’è una cosa preziosa che vale per tutti: esserci stati e poterlo raccontare!

L’anno che se ne va piegato sotto il peso non indifferente di un fardello ingombrante, zeppo di accadimenti, porta con sé tutte le disgrazie e le nefandezze del vivere quotidiano: dalla tragedia dell’hotel Rigopiano dello scorso gennaio, alla scomparsa di Michele Scarponi in aprile; dal crollo del cavalcavia 167 sulla A14 – dove persero la vita i coniugi ascolani Emidio Diomede e Antonella Viviani – all’abbassamento del tonnellaggio sul ponte 166 messo in atto da Autostrade Spa, sempre sulla A14, che tanti problemi ha prodotto (e sta ancora producendo) alla ditta Baldini di Camerano.

Una vista dall’alto dell’Hotel Rigopiano sommerso dalla slavina

Dall’omicidio del veterinario Olindo Pinciaroli avvenuto a Osimo nel mese di maggio; a quello della pittrice Renata Rapposelli avvenuto a ottobre e ancora non risolto.

In mezzo a tutto ciò, tutta una serie di incidenti stradali più o meno gravi, culminati verso fine anno con la morte a novembre di Giuseppe Babici, Francesca Traferri e Mattia Bressan in uno scontro fra auto avvenuto non lontano dalla raffineria Api. Con l’ultimo, in ordine di tempo, avvenuto pochi giorni fa che ha visto la morte di Manuela Discepoli, la mamma loretana che lascia tre figli.

Castelfidardo – Caterina Garofoli con una bottiglia di Podium

L’altra faccia della medaglia racconta – nonostante il terremoto – di un’estate piena di successi per gli operatori turistici che hanno registrato incrementi positivi in tutti i settori: ristorazione, alberghiero, balneare, museale. Una leggera ripresa sul fronte delle imprese sia artigianale sia industriale, con la bella notizia dell’azienda vinicola Garofoli che recentemente ha visto il suo Podium inserito fra i cento migliori vini al mondo.

Nello sport, uguale alternanza di positivo e negativo. Con la Lardini nel volley femminile che nella prima parte dell’anno vince tutto e guadagna la massima serie, per poi naufragare in A1 senza riuscire – ad oggi – a vincere una partita. O con il fallimento nel calcio professionistico dell’Ancona 1905 in estate, per poi vederla risorgere miracolosamente sotto forma di US Anconitana con una ripartenza fantastica in prima categoria dove sta vincendo tutto.

L’imprenditore anconetano Stefano Marconi, presidente della neonata Us Anconitana Asd

Fra poche ore questi accadimenti, nel bene e nel male, verranno archiviati nel dossier “passato”, ma non significa che spariranno. Tutto, o quasi, verrà traghettato nel 2018: tragedie, problemi, successi e gioie ce li ritroveremo pari pari domani mattina. Nell’anno nuovo.

Un 2018 che parte subito con un appuntamento importantissimo: le elezioni politiche fissate a marzo. Sciolte le Camere, gli italiani potranno finalmente tornare ad esprimere il loro voto per decidere chi li governerà negli anni a venire. Dopo almeno quattro governi imposti dall’alto.

Vedremo. C’è incertezza e una legge elettorale disegnata più a misura dei politici in carica che del buon governo, e questo non aiuta. Apprestiamoci a salutare il 2017, brindando all’arrivo del 2018, con nuove consapevolezze e tanto coraggio. Perché, come dice Paolo Crepet nel suo ultimo libro, coi tempi che viviamo oggi il coraggio sociale è quello di riuscire ogni giorno a scendere al bar per prendere il caffè.

Paolo Crepet

Con la consapevolezza concreta, forte, personale, che le risposte che andiamo cercando ai nostri problemi non ce le fornisce Wikipedia, sono dentro di noi. Sono nella nostra testa e nel nostro cuore. Dobbiamo ascoltarle e avere il coraggio di tirarle fuori e metterle in pratica.

Non è vero che siamo tutti uguali e che dobbiamo stare tutti sullo stesso piano intellettuale. Siamo diversi, ognuno con le sue potenzialità e capacità individuali. E se vogliamo essere migliori, e migliorare il mondo in cui viviamo, sono queste potenzialità e capacità che dobbiamo esprimere. Dal nostro interno; dal nostro vissuto.

Siamo uguali sul piano del trattamento sociale, questo sì. E lo dobbiamo ribadire con coraggio, senza nasconderci dietro sigle, bandiere o corporazioni di comodo.

Siamo unici. Ognuno di noi è unico. Non esiste al mondo un altro noi. Abbiamo diritto ad esserci in questo mondo, un diritto dato dall’esserci nati. E dunque, nel rispetto dell’altro e del prossimo, dobbiamo esigere considerazione per quello che siamo.

E se falliremo, consegnando ai nostri figli un mondo peggiore rispetto a quello che abbiamo ricevuto, sarà solo perché saremo stati noi a rovinarlo.

 

di Paolo Fileni