Ancona. Gli autori locali faticano tantissimo a conquistarsi un posto nelle vetrine delle librerie, spesso occupate da libri bestseller e novità da classifica, ma il lavoro di questi scrittori meriterebbe senz’altro una maggiore visibilità. Sono veramente rari i casi che fanno eccezione a questa regola, ma il libro di cui vi parleremo ha suscitato un certo interesse nella zona sia grazie al passaparola che all’intraprendenza dello scrittore.
Uscito a giugno di quest’anno, “Vado, ma poi torno” è il primo romanzo dell’anconetano Davide Barigelli, pubblicato dalla casa editrice Lettere Animate. Ambientato tra Senigallia, Ancona e Sigillo, un piccolo paese dell’Umbria, descrive la storia di 4 ragazzi legati da una fortissima amicizia che perdura malgrado gli inevitabili scontri causati dalle loro diverse situazioni personali. 4 vite diverse: Ale diventa padre a soli 19 anni, Jack si trasferisce a Parigi per la sua attività di ristoratore, Tommy frequenta controvoglia l’università e cade nel tunnel della droga, Nick, l’io narrante di tutto il romanzo, dopo un periodo di forte crisi decide di farsi prete. Ma una volta all’anno, ogni anno, i quattro si ritrovano a Sigillo per confidarsi e confrontarsi sulle proprie esistenze, e Nick, quasi assumendo la figura di guida spirituale, aiuta i compagni a sciogliere gli intricati nodi della loro esistenza e intraprendere un nuovo cammino verso i valori fondamentali per la loro vita.
L’intervista all’autore
Questa è la sua prima opera, cosa l’ha spinto ad avvicinarsi alla scrittura?
A me è sempre piaciuto leggere e scrivere, anche se non mi ero mai avventurato nel mondo della “scrittura seria”, poi però è arrivato questo romanzo… vi confesso che l’idea non è nata proprio da me, diciamo che mi è stata “proposta” da Antonella e Sandra, due persone che mi conoscono bene e che, nello stesso lasso di tempo, parlando con me, mi hanno detto: “Ma perché non scrivi un libro?” … e così ho fatto! La cosa singolare è che tra di loro non si conoscono, vivendo in città diverse, ma hanno avuto la stessa intuizione.
A chi è rivolto il suo libro, e quale messaggio vorrebbe fare arrivare ai suoi lettori?
Mi piacerebbe che il romanzo fosse letto dai giovani, ma anche da tutte quelle persone che hanno a che fare con il loro mondo, dai genitori, agli insegnanti, agli educatori; un mio sogno poi sarebbe che arrivasse nelle scuole per stimolare discussioni, dibattiti e riflessioni. Sarebbe davvero bello poter incontrare i ragazzi per confrontarsi e ascoltare i loro pensieri, le loro idee, le loro storie, quello che il libro gli stimolerà.
Per quello che riguarda i messaggi che vorrei far arrivare, direi che c’è né più di uno, ma, anche se sembrerò antipatico, non mi va di svelarli perché non vorrei influenzare il lettore; in fondo un romanzo parla anche in riferimento al momento della vita che si sta attraversando ed io non vorrei in alcun modo condizionare il messaggio personale che ognuno riceverà, leggendolo.
Nel narrare le storie dei 4 protagonisti ha attinto dalla sua storia personale?
Non è un romanzo autobiografico, però mi piace osservare attentamente il mondo in cui viviamo e da questo sguardo, e da un ascolto approfondito delle situazioni e delle relazioni, posso dire che sono nate le storie dei quattro protagonisti.
Come giudica questa prima esperienza nel campo della scrittura? E’ intenzionato a replicare con un nuovo libro?”
Posso dire, al momento, che questa mia esperienza è davvero sorprendente, non pensavo mai di poter ricevere così tanto da questo romanzo ed ogni “sfaccettatura” che mi ritorna, da chi lo ha letto, è speciale e personalissima.
Per quello che riguarda il mio proseguire nella scrittura, confesso che al momento sto lavorando su un nuovo romanzo di cui però non vi anticipo niente, posso solo dire che non sarà il seguito di “Vado, ma poi torno”.
Infine permettetemi di ringraziare tutti quelli che hanno letto il romanzo e che stanno facendo un ottimo passaparola, grazie davvero di cuore.
di Beatrice Ricci della Mondadori Grotte Center di Camerano