12 Lug Ancona – Marco Venatori: “C’avemo i moscioli e ce piace il vì!”
Intervista in esclusiva con l’autore di ‘Da Piazza Rossa a Piazza Tien’anmen’ l’E-book edito da CdC Editore che raccoglie i suoi appunti di viaggio
Ancona, 12 luglio 2020 – L’anconetano Marco Venatori, autore dell’E-book Da Piazza Rossa a Piazza Tien’anmen pubblicato da CdC Editore e attualmente in promozione, può essere considerato l’intervistato che tutti i giornalisti sognano almeno una volta nella vita. Pacato, tranquillo, mai sopra le righe, sempre disponibile e riflessivo, Venatori ha rilasciato a Corriere del Conero un’intervista in esclusiva da manuale.
Il suo E-book, da una settimana in vendita attraverso le pagine del nostro giornale (www.corrieredelconero.it), non è altro che il suo puntuale e personale diario di viaggio tenuto lo scorso anno quando, partendo da Ancona, ha raggiunto in treno prima Piazza Rossa a Mosca poi, con la Transiberiana, la Siberia appunto, per approdare infine, sempre in treno, a Piazza Tien’anmen a Pechino. Viaggiare in treno non è come viaggiare in aereo. Così come andare da Ancona a Pechino dormendo in cuccetta o sui sedili di una carrozza ferroviaria, non è come prendere un Tav per andare a Milano.
Certi viaggi, non sono per tutti. In modo particolare se li affronti, come Marco Venatori, in totale solitudine. Non basta la voglia di conoscere e confrontarsi con luoghi o persone sconosciute, occorre anche una buona dose di coraggio. E per capirlo fino in fondo basta leggere il suo libro ‘Da Piazza Rossa a Piazza Tien’anmen’.
Marco, da dove nasce questa passione e gran voglia di viaggiare, che cosa l’ha fatta esplodere?
Onestamente, non saprei dirti da dove nasce questa passione o cosa l’abbia fatta esplodere. Posso però dirti che ho sempre avuto curiosità di vedere, forse è più corretto dire di…”esplorare”. Il mio primo viaggio, poco dopo essermi congedato dal servizio militare ed aver racimolato qualche soldo lavorando, fu un interrail, partenza Ancona, arrivo Bratislava, passando per Zagabria, Siofok (sul lago di Balaton in Ungheria, ndr) e Budapest.
Qual è stato il momento più bello e quello più brutto durante il viaggio che hai raccontato in ‘Da Piazza Rossa a Piazza Tien’anmen’?
Un momento che mi è rimasto particolarmente nel cuore è stato l’arrivo al lago Baikal. Ma forse, non fosse altro che per un significato simbolico, credo che l’arrivo in stazione a Pechino sia stato il momento più bello. Il più brutto, e non ve ne sono stati tanti a dire il vero, credo sia stato il secondo giorno ad Ulan Bator, dove probabilmente la stanchezza ha preso il sopravvento.
Quale meta futura vorresti raggiungere appena possibile, e quale posto non vorresti mai visitare e perché?
Causa Covid ho dovuto annullare il viaggio in Thailandia e Myanmar, la vecchia Birmania, e quindi credo che riprenderò da lì, tornando in Thailandia dopo ben nove anni, un Paese che conosco bene e che sono curioso di vedere come sia cambiato negli anni. Mi è sempre piaciuto visitare il Giappone o il Nepal ma, dopo la Thailandia, credo che visiterò la penisola coreana, sia il nord sia il sud e tornerò in Russia, probabilmente a Murmansk, dopo essere passato da Mosca e San Pietroburgo, ovviamente in treno.
Cosa significa per Marco Venatori vivere ad Ancona?
In realtà non assume un significato particolare, nel senso che ci sono nato e mi trovo bene, nella stessa misura di qualsiasi persona sia nata a Roma o a Milano. Amo la mia città.
Un lato positivo e uno negativo della città di Ancona?
Ancona e… Ancona.
Hai visto un bel pezzo di mondo e conosciuto tanta gente, come sono gli anconetani in particolare e i marchigiani in generale?
Sugli anconetani, me compreso, c’è lo stereotipo di gente rude, “di mare”, ma dal cuore grande grande. Ed in generale credo sia un po’ così. Forse l’anconetano è un po’ chiuso verso l’esterno, ma se entri nelle sue simpatie sarai trattato come un Re, ti darà il cuore, veramente. I marchigiani, forse più socievoli degli anconetani, sono persone che badano al sodo, ma che prendono il meglio dalla vita e dalle cose semplici.
Qual è il tuo film preferito, il tuo libro preferito e la tua più grande passione oltre a viaggiare?
Non sono un patito di film e Tv in generale, ed è tantissimo che non vado più al cinema, ci andavo da ragazzino. Posso citare qualche titolo di film come “Mission”, “Carlito’s Way” o “C’era una volta in America”. Aggiungo “Full Metal Jacket” e mi fermo qui!
Fai una classifica delle cinque cose (o persone) che sono più importanti per te.
Ovviamente, mia moglie e la mia famiglia incluso il cane Orfeo ed i pennuti di casa; gli animali in generale, la birra, il calcio e la salute.
Dato per scontato che la birra è la tua bevanda preferita, la citi spessissimo nel tuo libro, qual è il piatto che ami di più in assoluto?
Sono abbastanza limitato nei piatti, perché ad esempio non mangio il pesce… Sì lo so sono di Ancona… ma per metà veneto di Bassano del Grappa! Direi che i cappelletti in brodo fatti a mano e la pizza siano i piatti che amo di più.
Se potessi tornare indietro e potessi scegliere, cosa cambieresti della tua vita?
Tutto e niente, di modo che le azioni si annullino. Non cambierei niente, ho fatto molte esperienza, giuste o sbagliate, belle o brutte, ma che mi hanno formato e creato un bel bagaglio culturale. Ho fatto errori, scelte giuste, altre meno, ma se sono arrivato fino ad ora è anche merito del percorso di vita che ho fatto, frutto proprio di quelle scelte fatte in certi contesti o su certi eventi, per cui mi tengo la mia vita per quello che è.
Dì qualcosa ai tuoi amici-lettori anconetani…
C’avemo i moscioli e ce piace il vì!
Chiaro, no? Per chi volesse acquistare Da Piazza Rossa a Piazza Tien’anmen, cliccare qui.
© riproduzione riservata