11 Nov Vandalismi, incuria, disattenzioni: la negligenza del particolare
Camerano. Il senso civico di un Comune, e dei suoi abitanti, si nota dai particolari. E dalla capacità di individuarli, metterli a fuoco, affrontarli e, se necessario, risolverli eliminando quelli negativi.
Vivere una comunità, per grande o piccola che sia, implica il rispetto di un certo numero di regole. Alcune sono scritte sottoforma di leggi, altre appartengono al civile rapporto fra le persone, altre ancora sono dettate dal buonsenso e dalla buona educazione.
Uno schema sociale piuttosto semplice, in fondo, se ognuno di noi lo applica e lo rispetta. Si chiama senso del dovere che, insieme al senso civico, dà la misura del grado di civiltà di una comunità. Se si esce dallo schema però, le aberrazioni che ne scaturiscono diventano un problema per l’intera cittadinanza, chiamata in solido a risponderne. O con atti concreti, o con contributi in denaro, o con interventi mirati.
Fra i tanti doveri sociali di una collettività c’è il rispetto verso la cosa pubblica. Che, in quanto tale, appartiene a tutti perché fatta, costruita, messa lì con il denaro di tutti. E dunque va rispettata e preservata. Se non lo fai, se non la rispetti, produci un danno all’intera comunità – e dunque a te stesso – chiamata a rimettere a posto quel danno spendendo altro denaro pubblico – e quindi anche il tuo -.
Non siamo qui a tenere una lezione sul senso civico e sui doveri di un buon cittadino o di un buon amministratore. Siamo qui a cercare di trasmettere quel senso di degrado e di sconfitta che si prova di fronte a certi atti di vandalismo ingiustificato. Sradicare una palina segnaletica dalla propria sede, o spaccare lo schienale di una panchina pubblica, sono atti senza senso prodotti da cittadini senza senso civico. Senza educazione e totalmente privi di rispetto e del senso del dovere.
Per contro, chi amministra una comunità non può accontentarsi di realizzare certe opere se poi non è in grado di tenerle in ordine o preservarle nel modo adeguato. Se fai una pista ciclabile come quella nella zona degli orti pubblici, non puoi permettere alle erbacce di crescervi fino a diventare veri e propri cespugli. Si chiama incuria, abbandono. Così come l’albero abbattuto dal vento in via Osimana. Ci vuol tanto a levarlo da lì?
In via Scandalli, quasi all’incrocio con via Giovanni XXIII, sul ciglio della strada stazionano un certo numero di paia di scarpe da donna. Intanto, verrebbe da domandarsi chi le ha buttate lì e perché, poi perché continuano a restarci a distanza di giorni e giorni.
L’esposizione permanente della fisarmonica, inaugurata il 25 settembre scorso nei locali dell’ex Imperia in Piazza Roma, all’ingresso, sulla sinistra, presentano al visitatore una porta in legno tutta sgangherata con dipinte in nero due svastiche piuttosto vistose. Un bel modo per dare il benvenuto ai turisti!
E quel che presentiamo è soltanto la punta dell’iceberg di un degrado diffuso. Gli atti di vandalismo sono continui e colpiscono, ovviamente, sempre la cosa pubblica. E gli interventi di ripristino o di normale manutenzione sono sempre più tardivi.
Siamo sempre proiettati verso i grandi impegni, le grandi opere, i grandi numeri, perdendo di vista il quotidiano e i normali interventi. Una negligenza ingiustificata verso i particolari, dimenticando che sono proprio le pennellate più piccole, quelle che quasi non si vedono, ad esaltare la bellezza di un quadro.