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Situazione ospedali. La preoccupazione di Castelfidardo per Loreto e Osimo

Castelfidardo. Prima la costruzione del nuovo Ospedale, poi tutte le riconversioni possibili, questa è la logica proposta da Mirco Soprani, consigliere e capo gruppo della lista civica ‘Solidarietà Popolare’ di Castelfidardo.

Mirco Soprani, capogruppo e consigliere di Solidarietà Popolare

Mirco Soprani, capogruppo e consigliere di Solidarietà Popolare

Questo è un territorio che sull’altare del contenimento alla spesa sanitaria, in questi ultimi anni, non solo ha dato moltissimo, ma si è letteralmente dissanguato con chiusure ripetute di strutture sanitarie. E per quelle rimaste attive, proseguendo su questa strada, esiste la concreta possibilità di metterne fortemente a repentaglio i livelli qualitativi del servizio.

Mentre siamo in attesa della costruzione del nuovo ospedale di rete, Inrca, la politica regionale continua a depauperare servizi e strutture ospedaliere chiedendo sempre maggiori sacrifici ai cittadini. La situazione in essere continua a presentare forti criticità, e lo sarà ancora di più a seguito dell’attuazione del piano di riforma sanitaria che la Regione Marche ha introdotto per i piccoli ospedali. Un piano che porterà, con il 31 dicembre, al declassamento dei punti di primo soccorso in punti di assistenza territoriale; in pratica, una sorta di ambulatorio infermieristico.

L’ospedale Santa Casa di Loreto, che annualmente fa registrare punte di 10mila accessi – struttura di riferimento per il territorio ma anche della riviera nel periodo estivo – rientra in questa previsione e da fine ottobre, nelle ore notturne, non garantirà più il servizio. Questa decisione rischia di aggravare ulteriormente la già precaria situazione sanitaria del territorio.

Il progetto del nuovo ospedale Inrca all'Aspio, sta segnato un grosso ritardo sui tempi di costruzione

Il progetto del nuovo ospedale Inrca all’Aspio, sta segnato un grosso ritardo sui tempi di costruzione

Senza dimenticare il depotenziamento già in corso per altri servizi come chirurgia breve, generale, orale e vascolare; la mancata sostituzione del personale medico ed infermieristico presso la Radiologia; la presenza di strumentazione obsoleta non più aggiornata come, ad esempio la risonanza magnetica, promessa ora, guarda caso, per il nuovo anno. In queste condizioni non esiste la garanzia dei servizi essenziali adeguati.

La decisione presa dalla Regione, rischia di portare al collasso anche il pronto soccorso di Osimo. Su di esso graverebbero tutti gli oneri di un pronto soccorso h 24. Ma attualmente la struttura osimana è già in affanno nonostante la buona volontà, disponendo di spazi minimi, con una sala d’attesa di soli 10 mq e mancante della “camera calda” per i pazienti che giungono in ambulanza.

Negli ultimi anni i cittadini della Val Musone hanno subito dalla politica regionale unicamente tagli – l’ultimo in ordine di tempo quello dei punti nascite – e sempre con la solita promessa: quella della ottimizzazione del servizio in attesa della nuova struttura ospedaliera.

Il cantiere del nuovo Inrca

Il cantiere del nuovo Inrca

Considerando che la previsione dei tempi di costruzione del nuovo ospedale di rete all’Aspio slitterà ancora di qualche anno, rispetto alla previsione del 2018, Mirco Soprani e Solidarietà Popolare chiedono alla Regione di concedere ai due ospedali di Osimo e Loreto una deroga, essendo palese il mancato rispetto degli accordi e delle promesse fatte a suo tempo alla popolazione. Quanto meno, mantenere inalterati i servizi esistenti fino alla definitiva costruzione del nuovo ospedale. Promesse, non rispettate, fatte in tempi diversi prima da Spacca e più recentemente da Ceriscioli.

In altri termini, anziché continuare con la politica dei tagli ripetuti – sguarnendo scientemente strutture, personale e strumentazione – si garantisca per gli anni a venire almeno lo status quo. La semplice applicazione di una deregulation per la zona della Val Musone.