14 Mar Sgominata la setta del Macrobiotico, sfruttava gli adepti (aggiornamento)
Un’associazione con a capo un “maestro” dislocata in varie zone delle Marche e dell’Emilia Romagna. Aggiornamento con foto
Ancona/Forlì – La Polizia di Stato ha concluso una lunga e articolata attività d’indagine coordinata dalla Procura della Repubblica Distrettuale Antimafia di Ancona, che ha permesso smantellare una “psico-setta” operante tra le Marche e l’Emilia-Romagna nel campo dell’alimentazione macrobiotica.
Le indagini, condotte dai poliziotti delle Squadre Mobili di Ancona e Forlì e supportate dalla Squadra Anti Sette del Servizio Centrale Operativo, hanno avuto inizio nel 2013 grazie alla denuncia di una ragazza, in passato vittima della setta, che ha raccontato ai poliziotti di aver creduto ai racconti sui benefici “miracolosi” della dieta elaborata dal capo della setta che, a suo dire, sarebbe stata in grado di guarire malattie incurabili per la medicina ufficiale.
Al capo dell’associazione, un noto imprenditore del settore macrobiotico cosiddetto “maestro”, Mario Pianesi del ’44 . Sono cinque le persone indagate, tra queste ci sono tali V. L. del ’67, B. G. del ’66 e W. K. X. del ’74, alle quali sono stati contestati i reati di associazione per delinquere finalizzata alla riduzione in schiavitù, maltrattamenti, lesioni aggravate ed evasione fiscale.
Gli stessi, infatti, approfittando dello status psicologico in cui versavano le vittime prescelte, attraverso diete rigide, le cosiddette Ma. Pi. (dal nome del “maestro”) sempre più ristrette, e la negazione del mondo esterno, soprattutto medico, manipolavano gli “adepti” arrivando gradualmente a gestirne l’intera vita e a pretendere da loro donazioni in denaro.
Una vita d’inferno per le vittime, che venivano gestite a piacimento dal maestro con la scusa del macrobiotico, coadiuvato, all’interno dei Punti Macrobiotici della struttura, da una serie di collaboratori con vari compiti e ruoli: segreteria, capizona e capicentri dislocati nelle varie zone d’Italia.
L’apertura di ogni singolo Punto Macrobiotico doveva essere autorizzata da Mario Pianesi, il quale per qualsiasi motivo ed in ogni momento, poteva deciderne l’apertura, la chiusura, il trasferimento da un giorno all’altro del capozona o capocentro in qualsiasi altro Punto.
Gli adepti della “setta”, una volta coinvolti nell’organizzazione, venivano convinti ad abbandonare le occupazioni precedenti, rinunciando completamente alla vita svolta fino a quel momento e, di fatto, a mettersi a disposizione dell’associazione. Una volta sottomessi, Pianesi pretendeva dagli “adepti” donazioni in denaro, a suo dire, da destinare per la salvezza dell’umanità, quali, ad esempio, la realizzazione di una grande clinica dove praticare cure alternative alla medicina ufficiale. Una forma concreta di sfruttamento fisico e mentale che li costringeva a lavorare per molte ore con remunerazioni al di sotto della media.
L’esame dei flussi contabili di circa cinquanta posizioni bancarie e postali, ha consentito infatti di individuare i movimenti di denaro entrati fraudolentemente nelle casse di Mario Pianesi e dell’Associazione, attraverso un collaudato sistema di “offerte”, periodicamente imposte per asserite finalità di destinazione sociale.
A tale ultima ipotesi delittuosa deve aggiungersi che per l’anno 2015 si palesa che dall’esame del bilancio/rendiconto dell’Associazione depositato per tale periodo d’imposta, è stata evasa la somma di €. 78.991,15, a fronte di una dichiarazione di gestione di €. 287.240,58 come rendiconto associazione culturale (tassata con aliquota inferiore a quella prevista per un’impresa).
L’esame ha confermato come le ingenti somme, di cui moltissime in contante, generate dall’intera struttura pseudo associativa venissero, alla fine, convogliate sui conti personali e dei familiari dei principali indagati Pianesi e V. L.
redazionale