24 Set Quando Paragone fa rima con rabbia, irriverenza e provocazione
Filottrano. Irriverente, sfrontato, provocatorio: in due parole, Gianluigi Paragone. Showman nato, personaggio tanto nel piccolo schermo quanto nella vita reale, leone in gabbia che smania di sfondare la recinzione e ruggire la sua verità. Contestatore di ogni vincolo e costrizione, perché ad essere imbavagliato non ci sta. Non c’erano dubbi che sarebbe stato lui il punto di forza della seconda serata del Festival del giornalismo di inchiesta organizzato dallo Juter Club di Osimo.
Arena dell’evento è stato il cinema Torquis di Filottrano. L’incontro ha preso il via con il saluto del presidente dell’Ordine dei giornalisti delle Marche, Dario Gattafoni, che è stato il primo bersaglio della furia Paragone. Gli animi si sono scaldati già prima dell’inizio dello show vero e proprio attraverso le accuse che Paragone ha rivolto al sistema dei crediti formativi richiesti ai giornalisti da parte dell’Ordine, con l’aggravante dei diversi trattamenti riservati ai pesci piccoli, schiacciati dagli oneri, dai costi e dai limiti imposti dalla professione. Applausi della platea.
A calcare il palco è stata poi la volta del sindaco di Filottrano, Loretta Giulioni. La passerella è andata questa volta liscia, ma appena tornata al suo posto in platea, la Giulioni è intervenuta nella discussione che si era nel frattempo spostata sulla città di Roma e sul progetto delle olimpiadi in via di naufragio. Interlocutore animato è stato, anche in questo caso, Gianluigi Paragone, sospinto, come al solito, dal suo animo “incazzoso”. Così incazzoso che rifiuta la seduta che gli organizzatori gli hanno riservato sul palco: “le poltrone barocche proprio no! Le tolgo!”.
D’altronde, racconta, stare seduto e tranquillo non gli è mai piaciuto, e da bambino, a scuola, per frenare la sua irrequietezza l’insegnante gli permetteva di passeggiare in fondo alla classe, dietro agli ultimi banchi. L’abitudine gli è rimasta (insieme all’irrequietezza), perciò ha deciso di trascorrere l’intera serata in piedi, con le poltrone barocche a fare da sfondo, condannando gli altri ospiti alla stessa sorte.
A salire sul palco insieme al conduttore di La Gabbia è stato Filippo Nanni, vicedirettore di RaiNews24, che ha raccontato con un piglio più pacato e serafico le dinamiche che si nascondono dietro quella giungla feroce che è il giornalismo in presa diretta. Premiato dagli organizzatori del Festival osimano in virtù del lavoro portato avanti nelle ore concitate del terremoto del 24 agosto, Nanni ha parlato di cosa significhi lavorare in diretta, di quelle che sono le passioni e le fatiche, della sensibilità e del cinismo richiesti al giornalismo, della velocità con cui si deve accendere la luce rossa della telecamera sulla realtà.
Tramite gli interventi di Patrizia Ginobili e Francesca Piatanesi, due tra i volti più noti del Tg3 Marche e del giornalista Luca Falcetta, la parola è passata di nuovo a Paragone, che ha invece spiegato i meccanismi del talk televisivo, realtà altrettanto dinamica e imprevedibile che basa la sua capacità d’attrattiva nel saper estendere la eco della notizia a distanza di giorni. L’ingrediente segreto per la riuscita del programma, la spezia che ne rende il sapore unico, è naturalmente la figura del presentatore. Paragone assegna a se stesso il ruolo di protagonista indiscusso, sottolineando il valore aggiunto della partecipazione attiva del conduttore: “L’imparzialità del giornalista non mi piace – ha affermato – così come non mi piace l’immagine del presentatore arbitro, entità distaccata e super partes”.
Niente di nuovo per chi conosce anche a grandi linee il programma La Gabbia. La serata è proseguita a suon di dibattiti che hanno coinvolto anche il pubblico, affrontando temi di attualità come la situazione in Grecia, lo stato dell’economia dell’Italia e il sistema del credito. A chiudere il sipario è stato ancora una volta Paragone, che ha proposto una riflessione sul ruolo che si trova a ricoprire, non senza difficoltà, del padre-giornalista; ovvero di quella figura che vorrebbe raccontare le favole ai propri figli ma che invece rischia di svelare loro il finale della storia, perché il mestiere che svolge gli mette quotidianamente di fronte la realtà nuda e cruda.
Impossibilitato, almeno per il momento, a risolvere la questione, ha imbracciato la chitarra, in nome degli antichi fervori da musicista rock e ha salutato la platea filottranese sulle note di Franco Battiato.
L’appuntamento per l’ultima serata del Festival del giornalismo di inchiesta è per questa sera, sabato 24 settembre alle ore 21.15 presso il chiostro di San Francesco di Osimo. Ospite d’eccezione l’economista Ferruccio de Bortoli.