Osimo – Se è un brutto sogno, vi prego, svegliateci. Si è diffusa ieri in tarda serata, si attendeva una smentita alla smentita, un’ufficialità alla notizia già data per ufficiale, ma niente di tutto ciò è arrivato e Osimo, questa mattina, si sveglia con il cuore pesante.
Alle 15 di ieri, venerdì, il sindaco Pugnaloni aveva annunciato che da «fonti autorevoli», ovvero polizia e familiari, sapeva per certo che Marina Serraiocco, Domenico Di Michelangelo e il loro piccolo Samuel, rimasti intrappolati nella valanga dell’Hotel Rigopiano, erano sani e salvi.

Una notizia che i principali media nazionali avevano subito confermato, così come il fratello di Domenico, Marco, al quale avevano detto – a questo punto viene da chiedersi chi l’abbia fatto – che i tre osimani erano oramai fuori pericolo e attendeva smanioso di riabbracciarli.
Ma dopo la gioia, la disperazione. Ieri sera intorno alle 23 la Protezione Civile ha reso noti i nomi delle cinque persone, oltre ai quattro bambini – tra cui Samuel – rintracciate sotto il cumulo di neve e macerie e pronte ad essere riportate in superficie: Vincenzo Forti, Giorgia Galassi, Francesca Bronzi, Giampaolo Matrone, Sebastiano Di Carlo. Nessuna traccia di Marina e Domenico.
La doccia gelata è stata confermata dalla cognata di Marina, la compagna del fratello, Giuseppe Serraiocco, che ha scritto su Facebook in risposta alle centinaia di messaggi di giubilo arrivati nel pomeriggio di ieri: «Le notizie che ci date a noi risultano false…attendiamo notizie positive per Dino e Marina» e, con un ultimo aggiornamento all’1 di notte: «Ancora non abbiamo notizie ma non molliamo». L’unica certezza dunque risulta il figlioletto di sette anni che al momento si trova all’ospedale di Pescara circondato dall’affetto degli zii.

Immediato e inevitabile, lo sgomento degli osimani: «Sindaco, ma che cosa è successo?». Già: che cosa è successo? Chi ha dato un’informazione tanto dettagliata quanto delicata al primo cittadino? Come è possibile che una notizia non verificata abbia fatto il giro delle principali reti di comunicazione nazionali? Che cosa è andato storto? Perché i nomi di Marina e Domenico sono usciti da quella trappola infernale prima dei loro corpi?
Quelle che dovrebbero essere le fonti autorevoli al momento tacciono, e forse è meglio così. Forse è il caso che tutti noi – compresi noi giornalisti che abbiamo il dovere di dare notizie, ma che siano notizie vere – facessimo un po’ di silenzio, lasciando che la speranza o la fede, per chi ne ha, si faccia largo tra il chiacchiericcio e lasci spazio all’unica cosa certa davvero: l’instancabile lavoro dei vigili del fuoco e dei volontari che continuano a lavorare per salvare vite umane. Perché là sotto ci sono ancora persone vive da tirare fuori
di Lucia Principi
Nota del direttore
La voglia di portare a casa sani e salvi Marina, Domenico e tutti gli altri intrappolati sotto la slavina che ha sommerso l’Hotel Rigopiano è tanta, è tutto. Lo è per i vigili del fuoco e gli uomini della protezione civile che da giorni scavano senza sosta per raggiungere l’obiettivo.
Lo è per il questore di Ancona, il sindaco di Osimo, i familiari, i colleghi e conoscenti della coppia. Lo è per l’intera città di Osimo che da giorni tifa per un risultato positivo della vicenda. Lo è anche per noi, cronisti un po’ abbandonati a noi stessi, che riceviamo conferme e smentite in continuazione e quasi impossibilitati a confermarle tanto sono discordanti.

In casi come questo, la cosa importante è non lasciarsi andare ai facili entusiasmi. Pubblicare solo quando si ha la certezza della notizia, non rincorrere il sensazionalismo. Ma se il sindaco rilascia dichiarazioni ufficiali, suffragate da Ansa, Rai e giornalisti presenti sul posto, come fai a non dare credito a ciò che viene detto?
Intanto, un fatto importante c’è, e questo è vero e confermato dalla famiglia: Samuel, il figlio di Marina e Domenico di soli sette anni, è vivo e vegeto. Coccolato dai familiari all’ospedale di Pescara. Per i suoi genitori, e per gli altri ancora intrappolati sotto quell’inferno di neve e macerie, bisogna ancora aspettare ed avere fiducia nell’opera incredibile e instancabile dei soccorritori.
Poco fa, alle 10, abbiamo contattato il collega Lorenzo Baiocco, portavoce del sindaco Pugnaloni: «Non ho notizie certe da divulgare» ci ha detto. Cautela apprezzabile: dopo le infondatezze di ieri, volate sulle ali di un’entusiasmo che ci ha coinvolti tutti, meglio aspettare conferme definitive.
Dopo questo aggiornamento Corriere del Conero non ne farà altri, se non quello definitivo e certo che chiuderà la vicenda.
I nomi dei superstiti estratti da sotto la slavina. Aggiornamento alle ore 11 del 21 gennaio
- Edoardo, 8 anni
- Samuel, 7 anni,
- Stefano Feniello e Francesca Bronzi, 28 e 25 anni
- Vincenzo Forti e Giorgia Galassi, 25 e 22 anni
- Giampaolo Matrone, 34 anni
- Adriana Parete e i suoi bimbi, Gianfilippo, 9 anni e Ludovica
di Paolo Fileni
Direttore, non aggiunga disinformazione a disinformazione… prima di scrivere: “Ma se il sindaco rilascia dichiarazioni ufficiali, suffragate da Ansa, Rai e giornalisti presenti sul posto, come fai a non dare credito a ciò che viene detto?” vada a leggersi veramente e non per sentito dire l’ANSA relativa a questa notizia:
“Sono salvi tre dei dispersi marchigiani che si trovavano nell’Hotel Rigopiano […] Lo conferma il sindaco di Osimo Simone Pugnaloni, che cita fonti dei familiari e delle forze di polizia”
Il sindaco non ha pubblicato una notizia perché suffragato da Ansa ma l’Ansa, la Rai e altri giornalisti si sono fidati dell’autorevole dichiarazione di un sindaco perché si pensa che un Sindaco non si faccia prendere da sensazionalismi… non è giustificabile.
Negli editoriali, fatti per fare chiarezza, non aggiungete disinformazione… ricordate è il vostro lavoro!
Sig. Barbalarga, cambiando l’ordine degli addendi il risultato non cambia. Questa la sequenza che ha tratto in inganno un po’ tutti: il sindaco esterna, il giornale recepisce; controlla le fonti: tutte danno seguito al sindaco, compresa l’Ansa che “suffraga” (dà forza e autorevolezza) la notizia. Voglio dire: se l’Ansa, e poi la Rai, e poi i giornalisti di queste presenti sul posto, avessero detto. ‘Pugnaloni ha detto che… ma a noi non risulta’, sarebbe stato tutto un altro paio di maniche. La verità è che, cavalcando un’onda di speranza e di un sentire collettivo, tutti hanno seguito una scia sbagliata. Ora, star qui a fare la punta alle matite non serve a nulla e a nessuno. Serve una speranza fortissima, di tutti, che renda quell’infelice esternazione iniziale una splendida realtà. Buona giornata