Osimo – «Ci rigeneriamo e torniamo. Per lo meno speriamo visto la quantità di neve che abbiamo…». Un post ironico su Facebook e la follia del destino che si fa beffe di noi. Sono ore di tensione per i familiari e per i conoscenti di Marina Serraiocco e Domenico Di Michelangelo, i due osimani che insieme al loro bambino Samuel stavano trascorrendo le vacanze alle pendici del Gran Sasso, nel comune di Farindola, in provincia di Pescara.

La foto pubblicata da Marina lunedì 17 ritrae un albergo talmente innevato da aver perso quasi la propria fisionomia. Si tratta dell’Hotel Rigopiano, la struttura che ieri, a poche ore di distanza dallo scatto che la immortala sotto una coltre bianca, è stata travolta da un’enorme slavina causata da una delle forti scosse di terremoto avvenute in mattinata.
Sono ancora là sotto Marina e i suoi familiari. E un’intera città, quella di Osimo, si stringe con tutto il suo calore attorno ai tre dispersi, nella speranza che i soccorritori che al momento stanno scavando tra i cumuli di neve e macerie, estraggano i loro corpi sani e salvi.

Entrambi abruzzesi d’origine Domenico e Marina, di quarantuno e trentasette anni, si sono trasferiti a Osimo per lavoro: lui poliziotto in servizio al commissariato cittadino, lei titolare de La Bomboniera di Marina, il negozio lungo corso Mazzini specializzato in articoli da regalo e oggettistica realizzata a mano.
Marina aveva sospeso la sua attività per ferie dal 15 al 18 gennaio per concedersi qualche giorno di meritato riposo dopo il tour de force natalizio. Per domenica 29 aveva previsto un evento speciale per festeggiare il terzo compleanno dell’esercizio e presentare il campionario ideato per il nuovo anno.
Sono decine i messaggi di solidarietà e vicinanza che gli osimani stanno scrivendo sui profili Facebook di Marina e Domenico, smaniosi di rivederli sorridenti come nell’ultima foto che li ritrae insieme, in montagna, poco prima che quella stessa montagna li inghiottisse. «Manteniamo tutti assieme alta la speranza che i nostri tre concittadini siano ancora vivi – ha commentato il primo cittadino Pugnaloni – Non è tempo di dichiarazioni ufficiali fino a quando non ne riceverò dalle autorità preposte. Preghiamo tutti insieme».