Osimo – Samuel ha solo sette anni, eppure porta già sulle spalle una storia grande. Molto più grande di lui. Samuel è uno degli undici sopravvissuti alla tragedia dell’hotel Rigopiano. L’unico superstite fra i sette marchigiani che si trovavano all’interno del resort di Farindola nell’istante in cui un’enorme slavina ha investito la struttura, spazzandola via. C’erano altre trentanove persone insieme a lui, dentro quell’albergo, lo scorso mercoledì.

Una settimana esatta è passata da quel terribile diciotto gennaio. Sette giorni di angoscia, di lavoro e di speranza. E poi, finalmente, l’atto conclusivo. Quello che pone fine alla speranza ma anche all’angoscia. Quello che ha il sapore della verità, un sapore amaro, sì, ma per lo meno concreto, reale. Finalmente. Sono undici i sopravvissuti del Rigopiano, ventinove le vittime. Questo il bilancio definitivo.
Le complicate operazioni di recupero dei dispersi sono terminate solo nella tarda notte di mercoledì 25, quando i vigili del fuoco hanno estratto le ultime due persone sepolte. I corpi – diciotto in tutto – sono stati trasferiti nell’obitorio dell’ospedale di Pescara dove sono stati consegnati ai familiari per l’identificazione, prima dell’autopsia.
Due di quei diciotto corpi sono quelli di Marina Serraiocco e Domenico Di Michelangelo, i genitori di Samuel. Li hanno riportati su da quell’ammasso di neve e macerie dove erano rimasti intrappolati insieme a gran parte degli ospiti dell’albergo. In quella sala bar in cui si erano riuniti tutti, o quasi, in attesa dell’arrivo dello spazzaneve che avrebbe dovuto aprirgli la strada e permettergli di uscire, di tornare a casa. Marina e Domenico, insieme al piccolo Samuel, sarebbero tornati a Osimo, la loro città adottiva.
E invece non ce l’hanno fatta. Non sono riusciti a fuggire da quell’inferno.

Samuel ora è a Pescara. È stato dimesso dall’ospedale ed è stato affidato ai nonni e agli zii che vivono lì, in Abruzzo. Fisicamente, hanno detto i dottori, sta benissimo, nonostante i due giorni passati sotto la neve. Ne ha già vinta una di battaglia. Ora dovrà combatterne un’altra, altrettanto grande e ancora più lunga: la vita senza mamma e papà. Ma è forte, il piccolo Samuel, che così piccolo, in realtà, non lo è più.
Per lui si sta già mobilitando l’intera comunità osimana, che si è subito messa in moto per far arrivare al bambino e ai suoi familiari tutto il calore necessario, nonostante la lontananza fisica.
Sabato pomeriggio dalle 16.30 nei locali della parrocchia di San Paterniano – la frazione in cui i Di Domenico risiedevano – si svolgerà una veglia pubblica in ricordo delle vittime della tragedia. In contemporanea, verrà organizzata una raccolta fondi da destinare a Samuel. Al suo futuro, alla sua splendida vita che continua.