Osimo. Sono angeli dell’arte gli uomini che nelle ultime ore si sono occupati di mettere in salvo i gioielli artistici custoditi nelle chiese e nei monumenti delle zone terremotate. Tele e opere recuperate e fatte migrare verso lidi più sicuri dove rimarranno fino alla messa in sicurezza delle loro case originarie. Nel pomeriggio di ieri, mercoledì 16, i carabinieri del Nucleo Tpc di Napoli (Tutela Patrimonio Culturale), hanno sgomberato gli interni di alcuni edifici storici di San Ginesio gravemente danneggiati dal sisma: la chiesa di San Francesco, che ha perso parte della facciata, la Collegiata mutilata allo stesso modo e infine la Pinacoteca.

Tra le opere d’arte fatte evacuare ci sono due tavole del pittore locale Stefano Folchetti (1440-1514), una Pietà di Simone De Magistris (nato a Caldarola a metà 1500), il Quadro di Sant’Andrea attribuito a Nicola da Siena. Un patrimonio di inestimabile valore che i carabinieri hanno scortato in serata fino a Osimo. L’Istituto Campana, infatti, ospiterà in maniera temporanea trenta quadri della Pinacoteca Scipione Gentili.
Ad accogliere le meraviglie dei Sibillini, giunte in città in tarda serata, è stato il sindaco Simone Pugnaloni, che ha sottolineato l’importanza artistica, economica ma soprattutto affettiva delle opere trasferite a Osimo e ha comunicato che il comune e l’Istituto Campana stanno lavorando per assicurare la giusta collocazione alle tele. «Probabile l’allestimento di una mostra nei prossimi mesi – ha annunciato il primo cittadino – a breve forniremo i dettagli dell’operazione».

Operazione che ha lo scopo di continuare a dare lustro alle meraviglie locali costrette a piegare la testa ma già pronte a rialzarsi e a risorgere a nuova vita, e che vuole essere un incentivo a favore del turismo artistico che non deve dimenticare le zone colpite dal sisma.
La nomina di Osimo a città custode dei beni culturali delle località terremotate era già stata proposta subito dopo lo sciame del 24 agosto dai rappresentanti di “C’Entro”, il comitato fondato dai residenti del centro storico, firmatari di una lettera inviata ai rappresentanti comunali e al Consiglio d’amministrazione dell’Istituto Campana, nonché ai critici Vittorio Sgarbi e Stefano Papetti, proponendo di ospitare le opere d’arte custodite nei luoghi maggiormente danneggiati.

“Il Comune di Osimo dispone di un unicum nel nostro territorio – avevano scritto i cittadini – ovvero gli spazi espositivi presso l’Istituto Campana, e ha la conoscenza e l’organizzazione per valorizzare tutte queste opere che rischiano di essere trasportate negli archivi e depositi di musei civici e diocesani e di non essere più fruibili al pubblico”.
Una nobile proposta che è diventata oggi realtà. La proroga della mostra “Le stanze segrete di Vittorio Sgarbi”, allestita negli stessi locali di Palazzo Campana, non potrà che essere un vantaggio per le opere appena arrivate in città. La presenza del noto critico, che fin da subito aveva auspicato un intervento a favore dell’arte terremotata, sarà di certo utile per definire i dettagli di una seconda esposizione totalmente dedicata alla bellezza e alla solidarietà.