Osimo. Che cosa rende l’uomo essere umano? L’ingegno, la razionalità, l’uso del linguaggio? No. La solidarietà. L’amore per il prossimo, l’empatia, la capacità di tendere la mano a chi è in difficoltà. “La terra trema, noi restiamo uniti” è lo slogan che ricorre negli ultimi mesi, da quando la notte del 24 agosto il cuore del centro Italia è stato dilaniato dalla prima di una lunga serie di scosse che continuano tutt’ora a far vacillare sogni e certezze.
Il terremoto ha letteralmente sbriciolato vite di migliaia di persone. E chi ne è uscito indenne nel corpo, ha riportato danni profondi nello spirito. Perché il crollo di una casa, di un’attività, di un’azienda tirata su con anni di sacrifici, diventata col tempo ripostiglio delle speranze per il futuro, può significare il crollo della propria esistenza.

È a questo punto che interviene la macchina della solidarietà, è a questo punto che l’essere umano si mette in moto per aiutare chi non ha più le forze e i mezzi per uscire da solo dal buio. Tra i tanti progetti solidali rivolti alle zone terremotate c’è “Il Bio che non trema”, una iniziativa nata a Senigallia ma abbracciata anche dagli osimani, in particolare dai gestori della pizzeria Nottetempo di San Biagio.
“Il Bio che non trema” è un’idea tutta verde – come si intuisce dal nome – nata con lo scopo di soccorrere l’azienda biologica Marchese Marino localizzata a Monte San Martino (MC), paese ai piedi del Parco Nazionale dei Monti Sibillini. Lo stabile, composto da stalla e laboratorio di trasformazione che funge anche da abitazione dei titolari Paola e Marino, ha subìto, in seguito al terremoto di agosto, lesioni strutturali significative che si sono aggravate con lo sciame sismico di fine ottobre.
Allo scopo di consentire al caseificio marchigiano di riprendere la regolare attività produttiva, e alle maestranze di tornare alla vita di tutti i giorni, è stata avvviata una raccolta fondi a cura dei ragazzi dello spazio autogestito Avoltùra di Senigallia, che ogni sabato organizzano il mercato biologico Mezza Campagna.
Partita lo scorso 15 ottobre, la campagna bio ha già raccolto fondi sufficienti all’installazione, avvenuta il 6 novembre, dei primi due container abitativi muniti di corrente elettrica, acqua, fognature, riscaldamenti, linea telefonica e internet che potranno ospitare gli operai dell’azienda i quali, al pari dei titolari del caseificio, non possono ancora rientrare nelle proprie case perché dichiarate inagibili.

Ad oggi, “Il Bio che non Trema” è riuscito a raccogliere circa seimila euro tramite la piattaforma Crowfounding che consente a ciascuno, di propria iniziativa, di contribuire tramite una donazione. Per incentivare le adesioni gli organizzatori del progetto hanno realizzato una serie di “ricompense” come segno di ringraziamento.
In base all’importo offerto alla causa, ciascuno potrà ricevere una “parnanza che non trema”, ovvero un grembiule da cucina, una shopper bag in cotone, oppure un biglietto per una o due persone per visitare uno dei produttori biologici che gravitano nel circuito Mezza Campagna, o ancora un buono da spendere al tendone di Natale di Piazza del Duca a Senigallia nei giorni del 22, 23, 24 dicembre.
E se il passaparola è il metodo più efficace per diffondere progetti di questo tipo, altrettanto strategica è la promozione da parte di attività commerciali. È questo il proposito rincorso dalla pizzeria Nottetempo di San Biagio: diventare vetrina di un progetto grande, solidale e biologico. Insieme alle solite specialità culinarie, da oggi sarà possibile acquistare il nuovo gadget realizzato dai ragazzi del Bio che non trema insieme ad alcune associazioni anconetane: una maglietta che ripropone il noto slogan “La terra trema, noi no!”, e che d’ora in poi sarà in esposizione all’interno del locale osimano. Un piccolo gesto in grado di realizzare grandi cose.