Porto Recanati – Palpeggia una donna in centro, arrestato giovane tunisino
La pronta e coraggiosa reazione della donna ha permesso ai carabinieri di arrestare il 18enne
Porto Recanati – Una donna che passeggiava per i fatti suoi è stata seguita nelle vie del centro da un giovane che dopo averla avvicinata ha iniziato a palpeggiarla. La donna ha reagito urlando e il giovane a quel punto se l’è svignata, certo di averla fatta franca.
Ma sfortunatamente per lui, non è andata così. La donna, con prontezza di spirito l’ha inseguito avvertendo nel contempo il marito di quanto le stesse accadendo. Il giovane, scappando, ha trovato il tempo di schernire la sua vittima mimando gesti di autoerotismo.
Porto Recanati – Le molestie alle donne, un atto irrispettoso, incivile e maleducato, inaccettabile in una società sana ed avanzata (foto d’archivio, Oggi cronaca)
Un comportamento spavaldo che è costato caro al giovane, un tunisino di 18 anni. I carabinieri, avvertiti dal marito della donna, lo hanno rintracciato anche grazie alle indicazioni fornite dalla vittima stessa e lo hanno arrestato.
Successivamente, i militari hanno perquisito il domicilio del 18enne tunisino trovandovi indumenti e accessori di vario tipo che il giovane avrebbe utilizzato in altri episodi dello stesso genere, almeno quattro, che lui stesso avrebbe commesso a Porto Recanati a partire dal dicembre del 2017.
Materiale sequestrato e tunisino arrestato e posto ai domiciliari. Denunciato a piede libero, dovrà rispondere di violenza sessuale ed atti osceni, con l’aggravante degli altri quattro episodi.
Ricostituita nelle Marche l’ANPPIA memoria storica con presidente Gianluca Quacquarini
Camerano, 26 gennaio 2023 – Arriva una nota in redazione a firma Gianluca Quacquarini consigliere comunale dorico in orbita Articolo Uno, già iscritto al M5 stelle e ancora prima nel PD: “Ricostituita ad Ancona l’ANPPIA, Associazione Nazionale Perseguitati Politici Italiani Antifascisti, ed io sono stato eletto presidente di questa ricostituita federazione”.
Lì per lì, ignorando del tutto l’esistenza di questa Associazione, sono stato assalito dallo sgomento. Ma come, nel 2023 stiamo ancora a parlare di perseguitati politici antifascisti? In oltre vent’anni di mestiere, dal 2000 ad oggi, non ne ho mai incontrato uno. A cosa diavolo serve ricostituire una simile associazione? E ancora, a cosa diavolo serve essere degli anti qualcosa se quel qualcosa è finito nel 1946?
Gianluca Quacquarini
Mio nonno poteva essere un antifascista, dal momento che fu mandato al fronte nella Prima Guerra Mondiale (1915-1918) come un ‘ragazzo del ‘99” (nati nel 1899). E dunque testimone adulto dell’era fascista (1919-1943). Mio padre poteva essere un antifascista, dal momento che vide la luce nel 1928, alla caduta del regime di Mussolini aveva 15 anni e dunque sapeva cosa significasse esserlo. Un pensiero reso concreto dal fatto che per tutta la vita mio padre tenne nel cassetto del comodino in camera da letto la tessera del PCI, anche quando il PCI non esisteva più.
Loro sì, ma io? E con me tutti quelli della mia età o più giovani come appunto Quacquarini… Per me e per loro che senso ha, oggi, parlare di perseguitati politici antifascisti? Nessuno, ma rispondo solo per me. Per il semplice motivo che sono cresciuto in un’epoca in cui questi perseguitati semplicemente non esistevano. Appartenevano ad un passato per me remoto. Occhio però a giudicare, perché da quando ho iniziato a capire la storia ho sempre condannato il regime di Mussolini, e conosciuto a fondo la storia dei perseguitati politici antifascisti, da Sandro Pertini in testa e soci illustri, suoi compagni di lotta.
Così, sempre per capire, ho fatto qualche ricerca e finalmente ho capito. L’ANPPIA, che ha sede a Roma sin dal 1946, ha uno Statuto, un Comitato esecutivo con tanto di Revisori dei conti e un Collegio dei Probiviri; edita un giornale bimestrale: L’antifascista, fondato guarda tu proprio da Sandro Pertini, e ha sempre dedicato molta parte delle sue energie alla ricerca e diffusione della conoscenza della storia dell’Antifascismo e dei suoi protagonisti, attraverso pubblicazioni, convegni, mostre, attività nelle scuole e molto altro.
Quel che vale per la Shoah, dunque, vale anche per l’ANPPIA: la memoria storica è importante, mai dimenticare quei perseguitati dal fascismo che hanno fatto la galera e subìto l’esilio – in alcuni casi pagando con la propria vita – per costruire l’Italia democratica, liberale e repubblicana di oggi.
Dunque, il senso di questa ricostituzione sta tutto qui: ricordare la storia per non dimenticare, un monito affinché non si ripetano più certe storture del passato, assolutiste e sanguinarie. Del passato, però! Perché oggi proprio grazie a quegli eroi certe reminiscenze sono state cancellate, non ci appartengono più. E certi gruppetti nostalgici lasciano il tempo che trovano e non vale neppure la pena citarli. Meglio così, per un attimo avevo pensato che mi fosse sfuggito qualcosa!