Ancona, 1° aprile 2022 – «Ogni investimento sull’infrastruttura ferroviaria che punta al suo potenziamento è più che auspicabile, è necessario – le parole di Andrea Morandi presidente di Federlogistica Marche in merito all’arretramento della linea ferroviaria Adriatica – Vedo molto bene la soluzione di arretramento della linea ferroviaria di cui si discute in questi giorni: investire sulle infrastrutture ferroviarie significa investire su ciò che può essere definito l’hardware della catena logistica».

Per Andrea Morandi occorre essere lungimiranti «L’inserimento del Corridoio Adriatico nelle reti TEN-T, e oggi il progetto di arretramento della ferrovia sono un’occasione davvero unica per dare alla dorsale Adriatica una chance vera di sviluppo. Il porto di Ancona potrà beneficiarne in maniera rilevante e uscire in parte da un isolamento che ad oggi ha limitato la crescita dei traffici intermodali a vantaggio di altri scali adriatici, in primis Ravenna».
Sulla stessa linea viaggia anche Marco Graziani, presidente del comitato No al Muro, Sì al Mare di Potenza Picena, ma con precisi distinguo. «Diciamo sì all’arretramento della ferrovia – dice Graziani in sintesi – ma bisogna valutare l’impatto ambientale e soprattutto essendo un progetto vecchio, rivalutarlo città per città e non sconvolgerlo con scelte affrettate».

In sostanza, il Coordinamento regionale “No al Muro, Sì al Mare” delle Marche, aggiornato dai Sindaci locali sull’avvenuto incontro in Regione tra Governatore e primi cittadini dei vari Comuni costieri sul tema dell’ipotetico sviluppo del traffico merci nella dorsale ferroviaria adriatica, esprime la sua preoccupazione per una vicenda che può, nuovamente, riaprire la discussione e la fase autorizzativa delle barriere antirumore.
La loro tesi è: «per il territorio delle Marche, un aumento di traffico ferroviario pesante e la costruzione di altissime barriere antirumore, sono nocivi per l’ambiente, l’economia, il paesaggio, il turismo e la vivibilità di tutte le città ed i paesi costieri. Un eventuale arretramento della tratta ferroviaria, su cui dirottare i treni merci, visto che ci è stato palesato un esponenziale aumento delle percorrenze in tal senso (un convoglio ogni 8/9 minuti), garantirebbe un sicuro miglioramento della percorrenza e la tutela dei cittadini, turisti e pendolari che continuerebbero ad utilizzare l’attuale linea ferroviaria, a quel punto notevolmente scaricata da percorrenze improponibili».

Problema di costi per l’arretramento? «Assolutamente no – insiste Marco Graziani – visto che RFI e Governo sarebbero pronti a gettare alle ortiche ben 13 miliardi e mezzo di euro per costruire barriere fonoassorbenti che, una volta poste in essere le soluzioni alternative richieste ed imposte dalla Comunità Europea (nuovi binari, nuovi carri, nuovi impianti frenanti ecc.), sarebbero obsolete, sovradimensionate e non avrebbero più ragione di essere».
I territori costieri marchigiani hanno problemi di idraulica sotterranea, geologicamente non idonei ad ospitare fondazioni anche di 8 o 9 metri per le barriere fonoassorbenti. «Aspettiamo con ansia l’arrivo del prof. Giovannini, ministro delle Infrastrutture e della Mobilità sostenibile nella nostra Regione perché, se così sarà, finalmente ci sarà un ministro che viene nelle Marche a vedere con i suoi occhi cosa potrebbero provocare le barriere nelle nostre città e lungo le nostre coste – conclude Graziani – Siamo certi che, dopo aver visto come il tracciato della nostra ferrovia sia fortemente antropizzato, anche lui diventerà un sostenitore dei comitati “No al Muro, Si al Mare”».
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