Ancona, 1 aprile 2019 – Una suora di un noto istituto religioso anconetano, nei primi giorni dello scorso gennaio ha denunciato una truffa alla Polizia. Le successive indagini hanno portato all’individuazione del reo, S. C. pluripregiudicato catanese 43enne, già in carcere a Montacuto per un’altra truffa per la quale stava scontando la pena di 5 anni e tre mesi.
I fatti
Lo scorso gennaio il parroco di una nota parrocchia di Roma, qualificandosi con nome e cognome, contatta un istituto religioso dorico. Alla suora, telefonicamente, chiede un prestito di 400 euro per aiutare un giovane della sua comunità religiosa, un romano padre di famiglia con due figli a carico che si è appena trasferito ad Ancona avendo trovato lì lavoro come cameriere. I soldi gli servono come caparra per l’affitto di una mansarda. Li ritirerà il titolare di un’azienda dorica e lui stesso – il parroco romano – si farà carico di restituire la somma alla madre superiora.
Detto, fatto. La suora consegna il denaro in contanti con tanto di ricevuta all’imprenditore che si presenta, ritira la somma, firma la ricevuta e se ne va.
Nel pomeriggio dello stesso giorno, la stessa suora riceve un’altra telefonata dallo stesso parroco romano. C’è un problema, il giovane cameriere, oltre ai soldi per la caparra, ha bisogno di altri 400 euro per pagare la rata del primo mese d’affitto. Stesse modalità per la consegna che avviene poco dopo, con tanto di seconda ricevuta redatta su carta intestata dell’istituto religioso.
Il giorno dopo, la suora parla con la madre superiora che si dice totalmente all’oscuro della vicenda. Allora chiama il parroco romano per avere chiarimenti sulla restituzione degli 800 euro, ma il telefono del prelato è muto. Scomparso lui e scomparso l’imprenditore dorico. Finalmente, le suore capiscono d’essere state truffate e denunciano tutto in Questura.
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