Ancona, 20 agosto 2018 – L’attività preventiva-repressiva posta in essere dal Compartimento di Polizia Ferroviaria per le Marche, l’Umbria e l’Abruzzo, opportunamente intensificata in occasione della settimana di ferragosto e svolta con l’impiego di personale del Reparto Operativo di Ancona Centrale e dei Posti PolFer di Falconara e Fabriano, ha portato, nella provincia di Ancona, a concreti risultati.
Sono stati impiegati 150 operatori, effettuati più di 50 servizi di vigilanza presso le stazioni FS e identificate oltre 350 persone.
Quattro sono state le persone denunciate: tra esse un cittadino straniero, con numerosi precedenti di Polizia, è stato individuato dagli Agenti del Posto PolFer di Fabriano quale responsabile del tentato furto di una valigia a bordo treno ai danni di una viaggiatrice, immediatamente sventato proprio dai poliziotti.
Altri due individui, giovanissimi e italiani, sono stati identificati e denunciati dalla Squadra di Polizia Giudiziaria Compartimentale dopo che la sera di venerdì 13 luglio u.s., a bordo di un treno partito da Ancona e diretto in alcune note località della riviera romagnola, si erano resi responsabili di una violenta aggressione ai danni di un capotreno di FS che li aveva sorpresi a viaggiare senza biglietto.
Un altro soggetto, pluripregiudicato, è stato identificato e denunciato per il furto di bagagli avvenuto la notte del 14 agosto presso la stazione ferroviaria di Ancona Centrale: decisivo, in questo episodio, è stato il supporto fornito dal sistema di videosorveglianza interno alla stazione, attivo 24 ore al giorno e costantemente monitorato dalla centrale operativa del Compartimento PolFer.
Ricostituita nelle Marche l’ANPPIA memoria storica con presidente Gianluca Quacquarini
Camerano, 26 gennaio 2023 – Arriva una nota in redazione a firma Gianluca Quacquarini consigliere comunale dorico in orbita Articolo Uno, già iscritto al M5 stelle e ancora prima nel PD: “Ricostituita ad Ancona l’ANPPIA, Associazione Nazionale Perseguitati Politici Italiani Antifascisti, ed io sono stato eletto presidente di questa ricostituita federazione”.
Lì per lì, ignorando del tutto l’esistenza di questa Associazione, sono stato assalito dallo sgomento. Ma come, nel 2023 stiamo ancora a parlare di perseguitati politici antifascisti? In oltre vent’anni di mestiere, dal 2000 ad oggi, non ne ho mai incontrato uno. A cosa diavolo serve ricostituire una simile associazione? E ancora, a cosa diavolo serve essere degli anti qualcosa se quel qualcosa è finito nel 1946?
Gianluca Quacquarini
Mio nonno poteva essere un antifascista, dal momento che fu mandato al fronte nella Prima Guerra Mondiale (1915-1918) come un ‘ragazzo del ‘99” (nati nel 1899). E dunque testimone adulto dell’era fascista (1919-1943). Mio padre poteva essere un antifascista, dal momento che vide la luce nel 1928, alla caduta del regime di Mussolini aveva 15 anni e dunque sapeva cosa significasse esserlo. Un pensiero reso concreto dal fatto che per tutta la vita mio padre tenne nel cassetto del comodino in camera da letto la tessera del PCI, anche quando il PCI non esisteva più.
Loro sì, ma io? E con me tutti quelli della mia età o più giovani come appunto Quacquarini… Per me e per loro che senso ha, oggi, parlare di perseguitati politici antifascisti? Nessuno, ma rispondo solo per me. Per il semplice motivo che sono cresciuto in un’epoca in cui questi perseguitati semplicemente non esistevano. Appartenevano ad un passato per me remoto. Occhio però a giudicare, perché da quando ho iniziato a capire la storia ho sempre condannato il regime di Mussolini, e conosciuto a fondo la storia dei perseguitati politici antifascisti, da Sandro Pertini in testa e soci illustri, suoi compagni di lotta.
Così, sempre per capire, ho fatto qualche ricerca e finalmente ho capito. L’ANPPIA, che ha sede a Roma sin dal 1946, ha uno Statuto, un Comitato esecutivo con tanto di Revisori dei conti e un Collegio dei Probiviri; edita un giornale bimestrale: L’antifascista, fondato guarda tu proprio da Sandro Pertini, e ha sempre dedicato molta parte delle sue energie alla ricerca e diffusione della conoscenza della storia dell’Antifascismo e dei suoi protagonisti, attraverso pubblicazioni, convegni, mostre, attività nelle scuole e molto altro.
Quel che vale per la Shoah, dunque, vale anche per l’ANPPIA: la memoria storica è importante, mai dimenticare quei perseguitati dal fascismo che hanno fatto la galera e subìto l’esilio – in alcuni casi pagando con la propria vita – per costruire l’Italia democratica, liberale e repubblicana di oggi.
Dunque, il senso di questa ricostituzione sta tutto qui: ricordare la storia per non dimenticare, un monito affinché non si ripetano più certe storture del passato, assolutiste e sanguinarie. Del passato, però! Perché oggi proprio grazie a quegli eroi certe reminiscenze sono state cancellate, non ci appartengono più. E certi gruppetti nostalgici lasciano il tempo che trovano e non vale neppure la pena citarli. Meglio così, per un attimo avevo pensato che mi fosse sfuggito qualcosa!