Ancona – Come si fa a dire addio a un uomo e a sua moglie, quando entrambi hanno lasciato questo mondo di conseguenza ad una disgrazia: una slavina maledetta piombata all’improvviso su un Hotel.
Come si fa a dire addio a quell’uomo quando con lui hai condiviso, per anni, il quotidiano lavorativo: mucchi di ore – a tutte le ore – passati a fare al meglio il tuo dovere per la salvaguardia e la sicurezza dei cittadini. Sempre al servizio dei cittadini e della loro incolumità.

Domenico Di Michelangelo era un poliziotto: assistente capo. E Marina Serraiocco era sua moglie. La moglie di un poliziotto. Una di quelle donne che imparano in fretta il significato di: “fare il proprio dovere”. Una di quelle mogli che ogni volta che il marito esce di casa con indosso la divisa, pensano e sperano che la sera torni a casa sano e salvo. E che alla lunga imparano a conviverci con un pensiero del genere, sino a farlo diventare parte del quotidiano.
Come fai a dire addio a un uomo così, che per mestiere rischia ogni giorno la vita per andare infine a giocarsela sotto una stupida disgrazia, senza senso, forse evitabile. E quel che è peggio, portando con sé anche la moglie. Lasciando un bimbo orfano che si farà domande senza avere la possibilità di risposte logiche. Appaganti e risolutive.

Domenico era un poliziotto, e queste domande e queste riflessioni se le sono poste anche i suoi colleghi poliziotti. Altri uomini con una divisa addosso, con una moglie e dei figli ad aspettarli a casa ogni giorno. E un modo, alla fine, l’hanno trovato per dire addio al loro collega.
«In questi giorni abbiamo pensato a cosa scrivere per ricordare il nostro collega Domenico morto tragicamente insieme alla moglie Marina a causa della valanga che ha travolto l’albergo Rigopiano – hanno scritto in una nota ufficiale – Poi abbiamo pensato che non ci sono parole giuste o particolari che possano raccontare in poche righe i ricordi che ognuno di noi ha di Dino, né tantomeno delle frasi che possano spiegare questa tragedia. Conoscendolo, pensiamo che lui non avrebbe voluto un lungo discorso o un addio, ma solo un semplice saluto … e allora:
“CIAO DINO, CIAO MARINA!”
L’ORO ERANO I MIEI CUGINI STAMPATI IN VISO LA FELICITÀ STRAPPATA DA QUEL MALEDETTO GIORNO…SI ERANO FORMATI UNA FAMIGLIA UN SOGNO MESSO NEL CASSETTO E APERTO… E POI FINISCE IN UN ATTIMO PER L ‘IGLIGENZA NOOOO…LA SOFFERENZA DI AVERCI LASCIATO IL PICCOLO SAMUEL ORFANO….MA L’AMORE NON GLI MANCHERÀ…💖
Condoglianze Cinzia. Un abbraccio a Samuel da parte di tutta la redazione di Corriere del Conero
Il bimbo rimasto orfano ha diritto di avere, dallo stato Italiano, un assegno di mantenimento per tutta la vita. E’ un obbligo dello stato. Oltre un indinnizzo per la negligenza dello stato stesso. Gli è dovuto. Nessuno gli restituirà l’amore di una famiglia per colpa di chi stava al caldo con le auto blu piene di benzina e che percepiscono milioni di euro al mese ma che non pensano ad un mezzo fermo senza benzina che poteva salvare la vita a chi è stato abbandonato sotto la neve e i detriti.
E’ inaccettabile. Chi ha sbagliato deve pagare. Dal presidente del consiglio, dal presidente della regione e via dicendo. Tutti presidenti. Ma cosa presiedono? Spero che i familiari del bimbo non si arrendano mai. Il bimbo, i familiari, tutti noi meritiamo giustizia e dignità.
Delrio e Renzi hanno queste morti sulla coscienza.Hanno tolto le risorse alle province che facevano benissimo il servizio di pulitura delle strade in caso di forti nevicate .Senza risorse non si può essere efficienti.Loro hanno giustificato dicendo che così facendo si risparmiava. ..ma non è così. .forse si risparmiava di più diminuendo i loro stipendi!!