Ancona – Come si fa a dire addio a un uomo e a sua moglie, quando entrambi hanno lasciato questo mondo di conseguenza ad una disgrazia: una slavina maledetta piombata all’improvviso su un Hotel.
Come si fa a dire addio a quell’uomo quando con lui hai condiviso, per anni, il quotidiano lavorativo: mucchi di ore – a tutte le ore – passati a fare al meglio il tuo dovere per la salvaguardia e la sicurezza dei cittadini. Sempre al servizio dei cittadini e della loro incolumità.

Domenico Di Michelangelo era un poliziotto: assistente capo. E Marina Serraiocco era sua moglie. La moglie di un poliziotto. Una di quelle donne che imparano in fretta il significato di: “fare il proprio dovere”. Una di quelle mogli che ogni volta che il marito esce di casa con indosso la divisa, pensano e sperano che la sera torni a casa sano e salvo. E che alla lunga imparano a conviverci con un pensiero del genere, sino a farlo diventare parte del quotidiano.
Come fai a dire addio a un uomo così, che per mestiere rischia ogni giorno la vita per andare infine a giocarsela sotto una stupida disgrazia, senza senso, forse evitabile. E quel che è peggio, portando con sé anche la moglie. Lasciando un bimbo orfano che si farà domande senza avere la possibilità di risposte logiche. Appaganti e risolutive.

Domenico era un poliziotto, e queste domande e queste riflessioni se le sono poste anche i suoi colleghi poliziotti. Altri uomini con una divisa addosso, con una moglie e dei figli ad aspettarli a casa ogni giorno. E un modo, alla fine, l’hanno trovato per dire addio al loro collega.
«In questi giorni abbiamo pensato a cosa scrivere per ricordare il nostro collega Domenico morto tragicamente insieme alla moglie Marina a causa della valanga che ha travolto l’albergo Rigopiano – hanno scritto in una nota ufficiale – Poi abbiamo pensato che non ci sono parole giuste o particolari che possano raccontare in poche righe i ricordi che ognuno di noi ha di Dino, né tantomeno delle frasi che possano spiegare questa tragedia. Conoscendolo, pensiamo che lui non avrebbe voluto un lungo discorso o un addio, ma solo un semplice saluto … e allora:
“CIAO DINO, CIAO MARINA!”