Ancona, 23 luglio 2018 – La Procura di Ancona è convinta che ci siano aziende in odore di mafia infiltrate negli appalti e subappalti per la consegna delle casette per i terremotati (Sae).
Talmente convinta da aprire un’inchiesta e nominare un consulente con il compito di analizzare ed entrare nel merito dei documenti fino a oggi sequestrati. Un’inchiesta partita a gennaio e con la richiesta di una proroga per altri sei mesi.

Al momento, sono quattro gli indagati tra funzionari e dirigenti regionali: Davide Piccinini, capo della Protezione civile; Maurizio Urbinati e Lucia Taffetani, dirigenti Erap rispettivamente di Ancona e Macerata; Stefano Stefoni, responsabile del procedimento.
Per tutti, l’accusa sarebbe abuso d’ufficio e falso in atto pubblico. Dal momento che per la Procura, e per la Direzione distrettuale antimafia, qualcosa non quadra nei controlli e nelle procedure di assegnazione.

Come se non bastasse, in merito alle indagini sulla ricostruzione post terremoto, Sandro Zaffiri, Lega Nord, attacca il Presidente Ceriscioli ritenendolo: «il principale responsabile politico» e invitandolo alle dimissioni.
«Si allunga giorno dopo giorno – sottolinea Zaffiri – la lista delle incapacità, degli errori, delle scelte sbagliate ed inopportune, finanche dei maldestri tentativi di giustificazione, del presidente Ceriscioli e della sua Giunta di fronte al completo dissesto operativo nella gestione del post terremoto».

Dopo l’esposto alla procura della Repubblica di Macerata e alle più recenti indagini della Guardia di Finanza, la Lega Nord torna ad attaccare la Giunta regionale sulla gestione della ricostruzione.
«Il presidente Ceriscioli era, è e resta il principale responsabile politico degli errori, delle omissioni e delle lungaggini che si sono determinate nell’iter della ricostruzione, poiché rappresenta il vertice di una filiera operativa composta da dirigenti, funzionari e tecnici di sua nomina o della sua Giunta – conclude Zaffiri – Pertanto, se errori (penalmente rilevanti o meno) ci sono stati, e ce ne sono stati, dovrebbe trarne immediate conseguenze rimettendo il mandato».
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