Crisi di Governo e disobbedienza dei ristoranti
Venerdì 15 gennaio migliaia di locali in mezza Italia rialzano le saracinesche
Camerano – 14 gennaio 2021 – Devo smentire me stesso. Due giorni fa, da questo stesso spazio, avevo scritto: “Il Governo Conte 2 sta per crollare sotto la mannaia renziana di un’Italia Viva che con due Ministre e una insignificante manciata di voti si permette il lusso di volerne decidere le sorti. Probabilmente è un bluff, alla fine Renzi dimostrerà di non avere le palle per andare fino in fondo. Incasserà il massimo possibile e troverà le giuste scuse per lasciare le Ministre dove stanno. Ovviamente, il tutto all’insegna del bene dell’Italia e degli italiani” (Corriere del Conero, Il caos agitato della pandemia, 12 gennaio 2021)
I fatti, dopo 48 ore, hanno dimostrato che mi sbagliavo: Matteo Renzi, ieri, (foto) ha ritirato le due Ministre di Italia Viva aprendo, di fatto, la crisi di governo e sfidando apertamente il premier Giuseppe Conte alle uniche due alternative possibili: dimettersi o andare in Parlamento a cercare i numeri per una maggioranza che, allo stato attuale, non esiste. Ma in politica, specialmente in Italia, mai dire mai: troppi salti del grillo e della quaglia, troppi passi all’indietro a mo’ dei gamberi.

Dunque, smentendomi piacevolmente, Matteo Renzi le palle ha dimostrato d’averle, eccome! Ma pure tanto coraggio che, in questo tempo di pandemia, per il PD e i 5 Stelle viene considerato pazzia pura: “Con il Paese in grave difficoltà per via del Covid, le terapie intensive affollate, i contagi che continuano a crescere, i ristori da designare, la campagna vaccinale appena partita da gestire, aprire una crisi di governo è pura follia”, è il loro mantra.
Ha ragione Renzi, o hanno ragione loro? A guardarla dall’esterno, avrebbero ragione entrambi. Renzi, perché quel che chiede, e non stiamo qui a ribadirlo, è sacrosanto, concreto e rispondente al vero; PD e 5 Stelle perché, per come è messo il Paese in questa fase, non si può perdere tempo in litigi politici e partitici quando invece andrebbe speso tutto nel gestire e risolvere i problemi pandemici a livello sociale, sanitario, economico, lavorativo.
Certo è che il quadro, nel suo insieme, al momento è un miscuglio di colori indecifrabili e il titolo del mio editoriale di due giorni fa: “il caos agitato della pandemia”, lo descrive benissimo. Il presidente Mattarella ha fretta di risolvere la crisi, profondamente consapevole dei guasti che produrrebbe al Paese se dovesse prolungarsi oltre misura. Renzi, viaggia a muso duro e in punta di unghie sul filo della lama di un rasoio: potrebbe incassare parecchio o sparire del tutto. Il centrodestra non fa sconti e vorrebbe subito elezioni anticipate. Il Premier, dopo aver accentrato ogni decisione e alzato muri intorno a sé, o riesce nella magia di mettere in piedi un Conte ter o dovrà rimettere il mandato nelle mani di Mattarella.
Tutto questo mentre il Paese, esausto, sfinito, sfiduciato e impaurito, non ne può più. E arrivano le prime ribellioni serie. Domani, venerdì 15, nelle Marche, in Toscana, in Emilia Romagna, migliaia di ristoratori hanno deciso per la disobbedienza totale ai Dpcm contiani e, costi-quel-che-costi-ormai-chi-se-ne-frega, rialzeranno le saracinesche dei loro locali senza più limiti d’orario. Pur rispettando tutte le direttive su distanziamento, sanificazione, mascherine e via dicendo. Mentre i politici a Roma litigano, gli italiani dell’Italia reale e in sofferenza reagiscono come possono e si ribellano. Non per salvarsi la poltrona, ma per salvarsi la vita.
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se così è, grazie, ho sempre avuto fiducia, nonostante idee confuse, nel vostro e nel tuo caro ass. pieroni nel futuro di questa nostra città, che poi è anche la tua, che non sia state perse le speranze per la collettività!!!! buon lavoro.
CHE FACCIA TOSTA!!!!!
Quello che scrive Moreno Pieroni non mi sorprende, mi sorprende invece due cose e precisamente:
– Che Gianluca Castagnani e Cristina Castellani ancora oggi non hanno capito di che pasta è fatto Pieroni e di quanto sia capace di vendersi bene tra chi non ricorda e chi invece preferisce essere un ruffiano provincialotto. Pieroni che oggi addirittura usa il linguaggio renziano, poteva partecipare nell’assemblea tenutasi a Osimo con tutti i Consigli Comunali della Valle dell’Aspio e del Musone e nella quale tutti cercavano Ceriscioli e Pieroni (colui che anni prima in forma demagogica e clientelare prendeva le firme contro la chiusura dell’ospedale di Loreto) – ma loro (vigliaccamente) non c’erano;
Che dal punto di vista politico Pieroni deve dire alla popolazione marchigiana che lo ha eletto se la sanità regionale pubblica andrà ad essere implementata o viceversa sarà implementata quella privata, poiché solo da lì si potrà vedere la fine dei piccoli ospedali, e se le scandalose liste di attesa potranno un giorno essere eliminate o accorciate.