14 Nov La vicenda del dott. Scardino finisce in Consiglio comunale
Il sindaco Misiti minimizza le dichiarazioni del medico ma l'opposizione presenta due interrogazioni
Sirolo. Non si placa il dibattito in paese a seguito del “j’accuse” di Antonio Scardino, il medico di base che ha deciso di andare a lavorare in Francia per far crescere i figli lontano dalla mentalità mafiosa, fatta di privilegi e abusi, che colpisce Sirolo e l’Italia intera.
Nella nostra intervista, pubblicata sabato 12 novembre, Scardino, oltre a minacce, lettere anonime, comportamenti sempre più aggressivi e calunnie subite durante i mesi di servizio a Sirolo, ha fatto riferimento anche al grave comportamento di un ex sindaco degli anni settanta e dei vigili comunali che lo avrebbero accompagnato dal medico, pretendendo ricette e minacciando di intralciare la sua professione se non avesse portato personalmente le prescrizioni in farmacia.
Il dibattito è finito subito sul tavolo politico, considerando che le gravi affermazioni riguardano anche alcuni dipendenti del Comune che, in quanto tali, dovrebbero prestare il proprio servizio in modo imparziale ed esclusivo dell’interesse pubblico, senza abusare della posizione o dei poteri di cui sono titolari.
Da parte sua il sindaco Misiti minimizza l’accaduto e ritiene inutile chiarire le affermazioni di Scardino.
«Le stesse accuse, anche più gravi, il dottore le fece anche quando diede le dimissioni a Piandimeleto. – ha dichiarato Misiti – Per me sono solo affermazioni personali e generiche. Non ritengo che il comune debba commentare o prendere una posizione ufficiale».
Non è dello stesso parere l’opposizione, che ha appena presentato due interrogazioni al sindaco proprio per fare chiarezza sulla vicenda.
La prima è stata presentata da Alberta Ciarmatori e Luisiana Moroni.
Le consigliere di opposizione del gruppo Sirolo con Noi chiedono che sia immediatamente avviato un accertamento per verificare la realtà dei fatti, in quanto, se non chiariti subito, portano inevitabilmente ad un grave danno agli interessi e all’immagine del comune di Sirolo, dei suoi cittadini e degli stessi dipendenti estranei ai fatti denunciati.
«Solo con un’azione immediata e trasparente – si sottolinea nell’interrogazione – si potrà , oltre che stabilire la verità e trarne le immediate conseguenze, rispondere efficacemente alla negativa ricaduta sulla nostra comunità della grave accusa di “ modo mafioso, connivente e truffaldino di interpretare l’esistenza”».
Più diretta invece l’interrogazione depositata dal consigliere di minoranza, Luca Osimani, anche lui del gruppo Sirolo con Noi.
Anche in questo caso viene chiesto al sindaco Misiti cosa intende fare per individuare e definire eventuali profili di responsabilità penali, disciplinari ed etiche messe in luce dalle dichiarazioni del medico.
Tuttavia, Osimani ritiene che ci siano tutti i presupposti per «una vera e propria incompatibilità nell’esercizio delle delicate funzioni di sindaco del comune di Sirolo», qualora i fatti riportati dal medico fossero accertati.
Le due interrogazioni saranno probabilmente discusse durante il prossimo consiglio comunale che si terrà a fine novembre.