Camerano, 4 settembre 2021 – «Una cosa così non deve più capitare, non si può morire per una partita di calcio».
Con queste parole Massimo Battistoni, segretario del Club Camerano Bianconera, ha riassunto tutta l’essenza racchiusa nell’intitolazione dell’area sportiva di Via Scandalli alle Vittime dell’Heysel. Le trentanove vittime, di cui trentadue italiane, di quella che è passata alla storia come la strage dell’Heysel avvenuta il 29 maggio 1985 poco prima della finale di Coppa dei Campioni tra Juventus e Liverpool, allo stadio Heysel di Bruxelles.

Di fronte ad una simile tragedia, l’appartenenza a questo o quel colore sportivo non ha più valore. Poteva capitare ovunque si faccia sport e a chiunque segua una manifestazione sportiva come tifoso. E qui sta il pregio dell’iniziativa voluta da Camerano Bianconera: una testimonianza, un monito alle nuove generazioni affinché certe tragedie non si ripetano.
C’erano tutto il direttivo del Club bianconero, questo pomeriggio in Via Scandalli, per il taglio del nastro dell’intitolazione dell’area: Federico Cinesi presidente, Marco Isolani vicepresidente, Massimo Battistoni segretario, Luca Marchetti cassiere, e i consiglieri Nicola Balicchia, Marco Catozzi, Riccardo Marchetti, Paolo Fabiani, Marco Corradini, Matteo Mandolini, Walter Marzioli, Simone Gasparri, Lorenzo Boriani, Gabriele Lucesoli, Cristian Carloni, Iannelli Antonio.

E c’era l’assessore allo Sport Marco Principi: «Era importante mettere qui questa targa – ha detto – dove i giovani vengono a giocare. Affinché conoscano e sappiano quel che è successo all’Heysel. Tutta l’Amministrazione comunale ha votato affinché questa targa potesse essere qui».
Un taglio del nastro che ha commosso un po’ tutti i presenti. Come l’assessore Costantino Renato di chiara fede bianconera, o come il vicesindaco Federico Pini che nonostante non segua il calcio ha voluto esserci comunque.
Ma sono tante le persone che sono state ringraziate oggi, persone che ci hanno messo tempo e fatica per far sì che il cippo di Via Scandalli si trasformasse in realtà: Marco Isolani, che ha messo concretamente il primo mattone del progetto; Lorenzo Rabini e Marco Principi, agli opposti in politica ma uniti nel realizzarlo; Costantino Renato, uno degli artefici della nascita del Club; Stefano Manfredi che ha lavorato per abbellire il cippo commemorativo. Insomma, tanta gente accomunata intorno a valori e ideali sani che, con questa iniziativa, hanno inteso tramandarli alle generazioni future. “Affinché certe tragedie non si ripetano più”.
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