Camerano, 12 giugno 2019 – Era il 16 aprile 2017 quando i 15 operai della Conero Frantumazioni di Sandro Baldini iniziavano la loro protesta con un presidio permanente che bloccava l’accesso al cavalcavia 166 sulla A14, l’unica via di transito per i loro mezzi pesanti per entrare ed uscire dall’area di lavoro dell’azienda.

Autostrade per l’Italia aveva abbassato a sua discrezione il tonnellaggio del ponte da 72 a 12 tonnellate bloccando, di fatto, il transito ai mezzi della Conero Frantumazioni. Il titolare Sandro Baldini, impossibilitato ad operare, il giorno dopo aveva licenziato i quindici dipendenti. Ma gli operai, solidali con il titolare, decidevano il presidio permanente del ponte. Un presidio al oltranza. Una resistenza dura, ma fiera, a difesa di un posto di lavoro sacrosanto.
Oggi, a distanza di due anni e due mesi dall’inizio di quella protesta, il cavalcavia 166 è ancora lì. Oggi, come allora. Nonostante la promessa del Comune di Camerano, della Provincia, della Regione Marche e di Autostrade per l’Italia per una sua ricostruzione in toto (in Regione sono fermi da parecchi mesi oltre due milioni di euro per la ricostruzione del cavalcavia 166 (Baldini), e del cavalcavia 164 (depuratore di Camerano).

Anche la Conero Frantumazioni è ancora lì, a dimostrazione che quando proprietà e dipendenti si uniscono in una battaglia vera per difendere il futuro dell’azienda e di quindici famiglie, gli escamotage per restare vivi si trovano. Con mille difficoltà, ma si trovano. In barba al menefreghismo burocratico di Comune, Provincia, Regione, politici con la p minuscola, burocrati con la b minuscola e autostrade per l’Italia con la a minuscola. Una lotta affatto indolore per Sandro Baldini che, grazie ad un fascicolo aperto dal pm Paolo Gubinelli su una lettera e una foto anonima, è finito sotto inchiesta per attentato alla sicurezza dei trasporti e di questo dovrà rispondere in tribunale il 2 ottobre prossimo.

Due anni e due mesi non sono bastati a questi signori per risolvere un problema. A partire dal vertice, il governatore della Regione Marche Ceriscioli, e giù giù fino all’architetto della Regione Goffi che gestisce la pratica, nessuno si è preoccupato più di tanto del destino di un’azienda e di quindici famiglie che dipendono dal suo funzionamento. E, se si sono preoccupati, non hanno ottenuto nessun risultato se non quello prodotto dalle pastoie burocratiche.
Per fare il punto della situazione, abbiamo interpellato l’assessore regionale Moreno Pieroni che sin dall’inizio si è occupato della vicenda. Gli abbiamo chiesto: a che punto stanno pratica, tempistiche e denari?

«La realizzazione degli interventi relativi ai due cavalcavia fa parte di un più ampio intervento ricompreso nell’azione “Viabilità di adduzione al nuovo ospedale Inrca – Ancona Sud” che a sua volta fa capo alla Convenzione tra il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti e la Regione Marche regolante il finanziamento per assicurare la realizzazione degli interventi stradali (AsseTematico A) nell’ambito del Piano Operativo FSC Infrastrutture 2014/2020 – ci ha risposto Pieroni – La convenzione è stata sottoscritta sia dalla Regione Marche che dal Direttore generale del Dipartimento Infrastrutture. Si è quindi ora in attesa del parere favorevole della Corte dei Conti per essere effettivamente operativa. Il finanziamento è pari a un importo di 11 milioni di euro suddivisi in tre anni per il complessivo intervento che ha come finalità la connessione con il nuovo Ospedale di Ancona e la viabilità principale, nonché vie di collegamento tra il nuovo Ospedale e i Comuni serviti, compresi , appunto, i due nuovi sovrappassi sopra l’A14. La realizzazione dell’intervento permetterà la razionalizzazione dei servizi e una riduzione dei tempi di percorrenza. Per ora non è possibile indicare uno stralcio finanziario relativo solo ai due cavalcavia perché si tratta di indicazioni di massima che potranno essere dettagliate in seguito, cioè in fase di progettazione. La Regione Marche, secondo la Convenzione, potrà o direttamente attuare l’intervento o stipulare apposita convenzione con altri soggetti pubblici territoriali sub regionali».

Questa, nel dettaglio dell’assessore, la posizione della Regione Marche. Che vuol dire? Nulla. O meglio, significa che due anni e due mesi non sono stati sufficienti per capire il problema e risolverlo. E che una soluzione potrebbe arrivare anche fra cinque anni o più, viste le tempistiche del nuovo Inrca. Chi è quel genio in Regione che ha ricompreso la ricostruzione dei due cavalcavia nel progetto della viabilità del nuovo ospedale dell’Inrca? In Regione, del destino delle persone e delle aziende in difficoltà sembra non interessare a nessuno. Vedi l’andamento della ricostruzione nell’area del cratere post terremoto.