Camerano – Alle 11 di questa mattina, sabato 23 settembre, la Sala Convegni del Comune era addobbata a festa: palloncini e fiocchi bianchi assicurati alle poltroncine con svolazzi di raso azzurro pastello. Sul piano del tavolo autorità, un mazzo di rose bianche. Fuori, nel cortile inghiaiato, decine di invitati a godersi una bella giornata assolata di inizio autunno.

Tutt’intorno, un’atmosfera palpabile di gioiosa serenità e d’attesa. Tutti lì, convenuti, proprio in attesa di Sara ed Elena, le due giovani donne che grazie alla nuova regolamentazione legislativa sulle unioni civili, Decreto 19 gennaio 2017 n.5, hanno potuto coronare il loro sogno di coppia regolare a tutti gli effetti di legge.
La prima unione civile fra persone dello stesso sesso celebrata a Camerano e dunque, per certi versi, storica per questa comunità. Parafrasando la celebre frase di Tito Stagno pronunciata durante il primo sbarco umano sulla luna potremmo dire, non senza ironia: “un piccolo passo per Sara ed Elena, un grande balzo per la comunità locale”.

Al loro arrivo, le due ragazze sono state salutate da un applauso. Tranquille, sorridenti, disponibili e rigorosamente in bianco. O meglio: giacca bianca, camicetta azzurra e pantaloni a quadretti in tinta per Sara; giacca bianca, camicetta plissettata e pantaloni neri per Elena. Bouquet con rose blu per la prima, con rose bianche per la seconda.
Ad unirle in matrimonio, l’assessore alla Cultura Ilaria Fioretti, forse più emozionata delle due ragazze: «È la mia prima unione civile del genere – ha esordito – e la mia prima fascia tricolore».

È Sara a sintetizzare il loro percorso: «Stiamo insieme da cinque anni – ha raccontato – e arrivare a questo traguardo non è stato particolarmente difficile. Le nostre famiglie ci hanno sempre aiutato ed appoggiato. Oggi, per me, è il coronamento di un sogno».
Stessa storia, ovviamente, per Elena che aggiunge: «È la continuazione della nostra storia, che ora poggia su basi più solide e serene grazie al raggiungimento di questa tranquillità».
Come in tutti i matrimoni che si rispettano anche qui è scesa qualche lacrima.

Al bar, in piazza Roma, la storia di Sara ed Elena era sulla bocca di tutti. Ma non erano pettegolezzi, e neppure mugugni o critiche. Riassumendo in due parole i vari commenti, il sentire comune è più o meno di questo tenore: “c’è una legge, e va applicata; i diritti devono valere per ogni essere umano, a prescindere da sesso, razza e religione; ma ancora stiamo a parlare di certe cose?”
Chiudiamo con il parere di un cameranese doc: «Non ho nulla in contrario su queste unioni – ci ha detto – Rabini, che ha sempre avuto il mio voto, ha sbagliato a volerne fare un caso. Solo su una cosa sono contrario, quando queste coppie dello stesso sesso pretendono di adottare dei bambini. Questo, per me, non è accettabile».