Camerano – Gira una strana voce in città, dalle molteplici sfaccettature. Si sa come funziona, e chi ha giocato almeno una volta al “telefono senza fili” conosce il meccanismo: un tizio qualsiasi inizia a mettere in giro una voce, questa passa di bocca in bocca e ad ogni passaggio la voce cambia nei contenuti. Spesso, ingigantendoli e stravolgendoli.
Addirittura c’è chi, conoscendo il meccanismo, mette in giro ad arte “certe voci”, le pilota e le gestisce sottobanco per ricavarne in qualche modo un tornaconto, una vendetta, una rivincita.
Gira una strana voce in città: ‘a San Germano, presso il centro giovanile stanno per arrivare 30/40 rifugiati extracomunitari’. È solo l’ultima in ordine di tempo arrivata al giornale ma sono tante, e tutte dello stesso tenore. A variare, di volta in volta, è il numero dei rifugiati in arrivo o il luogo dell’accoglienza.
Cerchiamo di fare chiarezza. Dell’arrivo dei rifugiati, circa una ventina, ne aveva parlato il sindaco Annalisa Del Bello durante l’ultimo Consiglio comunale annunciando l’adesione di Camerano al progetto Sprar ambito 13. Una notizia che aveva colto di sorpresa le minoranze che, in due diversi interventi sul nostro giornale, avevano attaccato il progetto nel metodo e nel modo. Vedi:
- http://www.corrieredelconero.it/politica/camerano/camerano-operazione-futuro-no-ai-profughi-extracomunitari – pubblicato il 18 marzo 2017;
- http://www.corrieredelconero.it/politica/camerano/vivi-camerano-entra-nel-merito-dellaccoglienza-ai-profughi-extracomunitari – pubblicato il 28 marzo 2017
Al di là delle singole posizioni politiche o del pensiero dei cittadini – ognuno è libero di porsi la questione come meglio crede in base ai personali principi ed etica – va specificato il funzionamento dell’iniziativa.

Lo SPRAR (Sistema di Protezione Richiedenti Asilo e Rifugiati), è un sistema di “accoglienza diffusa”. Niente a che vedere con i centri di raccolta profughi extracomunitari che tanti grattacapi hanno prodotto in passato.
Al progetto d’ambito 13, capofila l’Asp di Jesi che lo gestirà in toto per un arco di 3 anni, hanno aderito 7 Comuni: Camerano, Osimo, Castelfidardo, Loreto, Offagna, Numana e Sirolo. In questa fase, però, Numana e Sirolo non accoglieranno profughi.
Il coefficiente che stabilisce il numero di rifugiati che un Comune può accogliere varia a seconda di determinati parametri: numero di residenti, realtà territoriale ecc. ecc. Quello nazionale è mediamente di 2,5 persone accoglibili ogni 1000 abitanti. Nelle Marche siamo intorno a 3 – 3,5 persone, considerato che molti Comuni non hanno capacità d’accoglienza per via del recente terremoto.
Un coefficiente comunque variabile, dato di volta in volta dal numero di rifugiati da accogliere e dai Comuni in grado di ospitarli. In altri termini: se il numero degli sbarchi aumenta, aumenta il coefficiente; se il numero dei Comuni che accolgono sale, il coefficiente diminuisce.
Camerano dunque, cui spetterebbero dai 24 ai 29 rifugiati, in questa fase ne dovrebbe accogliere una dozzina. 12, e non i 30-40 annunciati dal “telefono senza fili”, alloggiati in 3 appartamenti. Per un periodo di sei mesi, terminati i quali, se sarà necessario, si ripartirà da capo con nuovi profughi per altri sei mesi.
Chi li gestirà e come? Il Comune di Camerano emetterà un bando su indicazione dell’Asp di Jesi, rivolto ad associazioni e cooperative con i requisiti necessari. L’associazione o la cooperativa vincitrice si occuperà della sistemazione e della gestione dei rifugiati. In toto: stipulerà i contratti d’affitto con i proprietari degli alloggi; pagherà le bollette di luce, acqua e gas; procurerà loro il cibo, gli troverà lavoro o li iscriverà ai corsi di lingua e professionali.

La nostra fonte, alla quale abbiamo attinto per tutte le notizie, ha assicurato che il Comune di Camerano non pagherà un euro per il progetto d’accoglienza, se non le spese minime necessarie per gestirne la partenza.
Per ogni rifugiato accolto, la Comunità europea dovrebbe riconoscere 35 euro al giorno alla vincitrice del bando per affitto, bollette, cibo e corsi vari. Dunque, non paga il Comune né la Regione né lo Stato.
Le tempistiche per la realizzazione del progetto? Tra emissione del bando, scelta del vincitore, avvio e burocrazie varie se ne dovrebbe parlare per ottobre. Nel frattempo, gli amministratori locali organizzeranno diversi incontri con i cittadini per spiegare loro il significato e il funzionamento di questa “accoglienza diffusa”.