Camerano. È di pochi giorni fa la notizia che la catena francese Carrefour ha dichiarato una serie di esuberi all’interno dei suoi centri italiani di grande distribuzione. Ieri, lunedì 6 febbraio, la catena ha avviato la procedura di mobilità che interessa circa seicento dipendenti distribuiti su una trentina di ipermercati.
A detta di fonti sindacali, sono due le procedure avviate: la prima riguarda circa 300 lavoratori su nove ipermercati: Burolo, Vercelli, Massa, San Giuliano Milanese, Portogruaro, Marcon, Ancona/Camerano, Frosinone e Zumpano (Lucca); la seconda riguarda circa 240 lavoratori su una ventina d’ipermercati tra cui Assago, Malpensa, Torvergata e Collegno.
Oltre a queste mobilità, sono state confermate le chiusure degli ipermercati di Borgomanero e Trofarello, entrambi in Piemonte. Oltre 100 dipendenti a spasso.
Qui, nella provincia di Ancona, c’è preoccupazione per il Carrefour di Camerano che sorge nell’area adiacente al centro commerciale Grotte Center e al Decathlon. Fonti sindacali parlano di un taglio di circa 13 dipendenti. Su una forza lavoro che si aggira intorno alle 100 unità: poco più del 10%.

In attesa delle conferme ufficiali, e delle trattative sindacali in atto mirate a scongiurare i tagli, a dirsi preoccupato è anche Lorenzo Rabini, consigliere comunale a Camerano e consigliere in Provincia. Attraverso un comunicato stampa targato FdI-An, Rabini invita il Comune a fare: «un atto di indirizzo unitario per dimostrare la contrarietà sociale rispetto ad una azione che potrebbe danneggiare tante famiglie».

Invito che Corriere del Conero ha girato al sindaco di Camerano, Annalisa Del Bello.
«Ad oggi, in merito alla situazione Carrefour, non abbiamo novità – ha dichiarato la prima cittadina – sono in contatto con la direttrice della struttura che, al momento, non ha né confermato né smentito le azioni messe in atto dalla catena. Certo, come amministrazione faremo un atto ufficiale che trasmetteremo a quella direzione, ma va pure detto che un sindaco non può incidere più di tanto sulle decisioni di una multinazionale».

Non resta che aspettare per capire come evolverà la vicenda e come procederà Carrefour nei confronti di quei 13 lavoratori a rischio. Domandandosi quanto effettivamente possa essere risolutivo un taglio del 10% del personale nell’economia di una realtà produttiva che conta 100 addetti. Anche se l’azione di Carrefour verso gli esuberi va vista nella sua globalità nazionale e non solo a livello comunale.