Camerano – «Non ci abbandonate, siete gli unici che possono darci una mano. Aiutateci, non lasciateci da soli, abbiamo bisogno del vostro supporto» questo, in estrema sintesi, l’appello trasmesso questa mattina da Sandro Baldini ai rappresentanti dei media invitati alla prima conferenza stampa della sua Conero Frantumazioni.

E aggiunge: «Potete fare molto di più voi dei politici che vengono a trovarci solo per fare una foto».
C’erano tutti i suoi affetti questa mattina, a sostenerlo. La moglie Maria Grazia, il figlio Diego e la figlia Alessandra. Oltre al geometra dell’azienda Simone Paoletti, al suo fidato consulente tecnico geometra Massimo Argalia e una rappresentanza di dipendenti.

Sandro Baldini è una persona onesta, ce l’ha scritto in faccia chi è. È uno di quei marchigiani che si sono fatti da soli ereditando la ditta paterna fondata a metà degli anni cinquanta. Con coraggio, arguzia, sudore e tanta onestà è cresciuto negli anni, ha attraversato la crisi e ha resistito. Oggi, con meno concorrenza intorno e tanta professionalità accumulata, avrebbe potuto vivere sereno.
Invece, due settimane fa si è visto crollare il mondo addosso. Per colpa di un ponte, quel cavalcavia 166 sull’A14 che è l’unica via di collegamento fra la sua azienda e il mondo esterno. Un ponte di proprietà di Autostrade per l’Italia che, pur di evitare collaudi o manutenzioni di sorta molto dispendiose, ha preferito abbassare arbitrariamente la percorribilità dello stesso da 72 a 12 tonnellate.

Il resto ormai, è storia risaputa. Impedito a muovere i suoi mezzi che superano di gran lunga le 12 tonnellate di peso; impossibilitato, di conseguenza, a far fronte alle tante commesse già firmate, Sandro Baldini decide di mollare. Non c’è verso di combattere contro Autostrade che dalla sua ha tutti i poteri: è appoggiata persino da Carabinieri e Polizia. Autostrade, con una buona dose di strafottenza, si permette addirittura di bloccare l’accesso al cavalcavia posizionando barriere jersey in calcestruzzo sulla strada di proprietà di Baldini.
Lui le rimuove, in fondo stanno in casa sua, e viene denunciato per furto da Autostrade. Che, va ricordato, su quel ponte ha fatto quel che gli pareva finché gli ha fatto comodo. Facendovi transitare i camion delle sue ditte subappaltanti (Pavimental, ndr), con pesi di oltre 50 tonnellate anche dopo aver posizionato il cartello del limite a 12 tonnellate.

«Una farsa. Una presa in giro. Un abuso bell’e buono!» tuonano alla Baldini.
Così, Sandro Baldini decide di mollare, e martedì 18 aprile spedisce la lettera di licenziamento ai suoi 15 dipendenti. Perché non ha alternative. Non ha, letteralmente, vie d’uscita. «Mi sono sentito violato dalle istituzioni – spiega – privato dei diritti costituzionali e soprattutto indifeso». Forse, unico caso in Italia in cui un titolare di un’azienda sana e fiorente è costretto a licenziare i dipendenti non per colpa sua. «Praticamente – sbotta Baldini – li stavo licenziando per colpa di terzi. O meglio, per colpa di Autostrade per l’Italia».
Ma gli operai non ci stanno. Conoscono bene l’azienda e il loro titolare. Sanno cosa significa, oggigiorno, perdere un posto di lavoro. E si ribellano reagendo a quella lettera. Vanno a casa di Baldini e lo convincono a lottare insieme per affermare i loro diritti e la giustizia. Il capo, accetta la sfida.

Nasce il presidio permanente sul ponte. Inizia una lotta dura. Giorno e notte sempre lì, a gridare al mondo il sopruso in essere. A gridare per farsi sentire, per non farsi sopraffare. Un grido duro, continuo, straziante e tanto, tanto arrabbiato. Un grido che nessuno sembra sentire. Tanta solidarietà, tante parole, qualche flebile promessa da parte del prefetto di Ancona, ma di fatti, nemmeno l’ombra.
Finchè, dopo 10 giorni di lotta, arriva una piccola speranza. Si palesa con le sembianze di una donna: il sindaco di Camerano Annalisa Del Bello. La prima cittadina entra in gioco un po’ in ritardo ma quando lo fa dimostra una grande determinazione. Convoca una conferenza dei servizi dove invita tutte le parti in causa. Duella con tutti la Del Bello: con Autostrade per l’Italia, con i dipendenti Baldini, con i tecnici del suo stesso Comune (a tal proposito, che avrà mai da nascondere l’ingegner Cittadini dirigente dell’urbanistica del Comune di Camerano che, alla vista del sottoscritto in sala riunioni, s’è messo a sbraitare: «No, no, se c’è la stampa io non parlo!»?)

Risultato. La Del Bello ottiene che i mezzi della Baldini possano transitare sul cavalcavia. Cosa che è puntualmente avvenuta l’altra notte e che il giornale ha riportato in diretta sulla pagina facebook.
Ma non solo. In questi giorni la prima cittadina di Camerano lavorerà per rendere percorribile una via d’uscita alternativa al ponte: una stradina privata sulla quale insistono 15 proprietari con sbocco in direzione di Osimo Stazione.
Una gran donna la Del Bello, che nelle vesti istituzionali di sindaco sta ottenendo molti più fatti dei tanti politici maschi che hanno fin qui blaterato intorno a questa vicenda. E si badi bene, non è una questione di classe, genere o sesso. È una questione di credibilità, di conoscenza, di voglia di fare, di senso del dovere.
Alla fine, Baldini ringrazia tutti gli enti e gli amministratori che lo hanno aspettato fidandosi della sua serietà e professionalità. «Un ringraziamento particolare va al sindaco Annalisa Del Bello – sottolinea l’imprenditore – che si sta impegnando a risolvere questa vergogna e abuso di potere».

Ma non è finita. L’azienda ad oggi è paralizzata. Ha i mezzi all’esterno che possono operare, ma non possono rientrare in ditta. Le merci non possono entrare in ditta. Il calcestruzzo e l’asfalto, che fino a qualche giorno fa veniva prodotto in azienda, oggi lo devono acquistare da terzi. Le macerie delle demolizioni effettuate (come quelle prodotte dalla demolizione in atto della scuola di San Ginesio), un tempo smaltite in azienda, oggi le devono smaltire da terzi. Spese ulteriori che abbattono i margini del ricavo.
Rifare il ponte? Al momento Autostrade per l’Italia non ne vuole neppure sentir parlare. La proposta di Autostrade fatta a Baldini? «Noi ci accolliamo i costi di progettazione di un nuovo ponte, mentre i costi per la sua costruzione sono totalmente a carico vostro».
No, non è finita. Non c’è mai limite ai soprusi e alla vergogna.