25 Nov Anziani, fuggi fuggi generale all’estero dove la pensione vale doppio
Tunisia la più gradita, seguono Colombia e Filippine
Roma. È la Tunisia l’eldorado dei pensionati italiani. Subito dopo vengono Colombia e Filippine. Dopo ancora la Repubblica dominicana e la Romania. A rivelarlo è l’Inps con la statistica della crescita degli assegni pagati all’estero. Nell’ultimo anno, la Tunisia ha fatto registrare + 479%. La Colombia si è assestata sul 75%, come le Filippine. Sulla stessa percentuale, ma al 55%, la Repubblica dominicana e la Romania.
Dai vertici della classifica, non emergono gli altri paradisi classici per pensionati, dalle Canarie alla Bulgaria, vero e proprio stato pioniere dell’esodo, avviato una decina d’anni fa. A questi si deve aggiungere anche il Portogallo, che soltanto negli ultimi tempi ha varato politiche per attrarre i vecchietti, in Italia tartassati da tasse e caro vita.
I dati sono contrastanti. C’è chi afferma che negli ultimi tre anni sono stati in 5000 i pensionati a lasciare l’Italia, e chi dice che sono più di 6000 soltanto nell’ultimo biennio. Quello che risulta chiaro è che sono già 470.000 i pagamenti che l’Inps fa alle banche estere.
I motivi sono chiari. In certe nazioni la pensione lievita.
In Tunisia, ad esempio, grosso modo si paga in un anno quello che in Italia si paga in un mese. A questo si deve aggiungere che il costo della vita è dimezzato. Ad esempio, la benzina costa 0,70 euro al litro. Poi, per i pensionati stranieri viene fornita l’assistenza sanitaria gratuita. Infine, il Paese è molto vicino all’Italia e ben collegato con voli e traghetti per la Sicilia.
A far cadere le scelte su altre nazioni, sono più o meno i medesimi motivi. Anche in Portogallo, che fa parte dell’Unione europea, si è capito che attrarre redditi esteri comporta grandi vantaggi locali. Aumentano i consumi e, in modo relativo, il benessere di tutti, dal panettiere all’idraulico.
Così, se in patria con la pensione si sopravvive e male, all’estero ci si può permettere anche il ristorante tutte le sere o la tranquillità di avanzare ancora qualcosa.
Perché lo Stato non ha ancora preso iniziative per far star meglio chi ha abbandonato il mondo del lavoro? È chiaro, le cose ha cui pensare sono più importanti, dalla riforma costituzionale alla legge elettorale. Se già i cervelli dei giovani in fuga interessano poco, figurarsi quelli dei vecchietti, che potrebbero pure essere bolliti… Ma di questo passo, il capitale che se ne va altrove è destinato ad aumentare. Quel che paga l’Inps non ritorna nel circolo dei consumi locali.
Così, la discesa verso l’impoverimento collettivo è scontata. Presto, conterà ben poco non essere un paese per vecchi e non esserlo mai stato per i giovani.