Osimo (Ancona) – Per la terza volta gli amici di Fausto e Paolo Pasquini hanno voluto dedicare loro una giornata con le auto d’epoca. Oltre trenta gli equipaggi che da buona parte della regione hanno aderito all’iniziativa dell’Associazione Culturale Comitato San Sabino presieduta da Enrico Angeletti.

Colore e passione, dunque, con le auto che hanno sfilato prima all’Istituto Grimani Buttari, poi nel centro storico della città in Corso Mazzini e Piazza Boccolino. Successivamente il programma ha previsto una sosta alla settecentesca Villa Simonetti immersa nel verde di San Paterniano, con il ciclo di affreschi di Gian Andrea Lazzarini ed il gigantesco cedro secolare nel vasto giardino, per una visita storico-culturale ed il benvenuto delle sorelle Alessandra e Manuela Hercolani.

L’itinerario della manifestazione si è concluso con un percorso che ha toccato la vicina Offagna con gli immancabili sguardi alle dolci colline, fino al Ristorante Il Villino a Campocavallo di Osimo. Fausto e Paolo hanno lasciato bellissimi ricordi e ne hanno testimoniato con il loro intervento il recanatese Roberto Carlorosi neo-presidente del club Caem-Lodovico Scarfiotti ed il settempedano Pietro Caglini, il suo medico Luciano Giuliodori di Osimo e l’ascolano Ugo Vannicola organizzatore di raduni Alfa Romeo.

La figlia Francesca e la moglie Stefania sono state circondate dal calore dei partecipanti amici di Fausto e del figlio Paolo, così come è stato festeggiato anche l’osimano Antonio Angiolani, campione italiano velocità salita monoposto storiche 2016 e recente vincitore della recente Sarnano-Sassotetto.

Anche lui ha voluto ricordare Fausto, suo primo tifoso e sempre al seguito nelle sue prime esperienze nelle cronoscalate. La teoria di Alfa Romeo, Lancia, Fiat, Abarth, Porsche, Citroen, ed i partecipanti del club Caem, Autoclub Fagioli, Camsa Ancona, Caspim, Picenum, Motori d’Epoca Senigallia hanno reso il loro tributo per la riuscita manifestazione. Alle varie fasi dell’evento hanno presenziato gli assessori del Comune di Osimo Alex Andreoli e Michela Glorio.
Giuseppe Saluzzi