Primo giro di boa a Cuochi d’Italia, su TV8 alle 19 e 40. Si scontrano i vincitori delle puntate precedenti. Ieri sera Maria Laura Casula del ristorante agriturismo Pedra del Sol di Gonnesa in Sardegna, e Fabrizio Sepe delle Tre Zucche a Roma, hanno dimostrato di avere una profonda cultura della propria terra e di saper anche improvvisare con grande intelligenza e professionalità.

In questa seconda fase i cuochi portano un solo ingrediente che rappresenti la loro regione. L’ingrediente ‘gioiello’ lo chiama Borghese. Gli altri ingredienti del piatto da cucinare li propongono i due giudici, Esposito e Tomei, attraverso un paniere di prodotti rari e quasi sconosciuti anche ai più informati enogastronomi.
Si comincia con il Lazio. Fabrizio ha portato la trippa. “La trippa è il Lazio. Si può mangiare dall’antipasto al dolce” dice. Laura non è dello stesso avviso. Esposito e Tomei tolgono la cloche al loro paniere: ci sono fagioli, telline, carciofi, pane di Genzano, ricotta, pecorino, pancetta e peperoni.
Parte la gara. Lei concentrata, lui molto socievole. Borghese passa da uno all’altra cercando di capire cosa si stanno inventando mentre i due giudici consigliano, bisbigliando, di tagliare la trippa in maniera diversa o, additittura, di lasciarla intera.

Quella di Fabrizio è in pezzi piccoli e regolari con fagioli, panzanella di pane di Genzano, peperone, pancetta croccante e sedano. Quella di di Laura è cotta nell’acqua delle telline, unita al carciofo, al sedano, alle stesse telline sgusciate, alla ricotta e al pecorino. Dopo l’assaggio dei giudici la prima manche finisce 12 a 16 a favore di Fabrizio.
“Per me questa piccola sconfitta è solo uno stimolo” pensa a voce alta Laura e presenta a Fabrizio il suo ingrediente ‘gioiello’: la bottarga. I due giudici illustrano i prodotti sardi che sono riusciti a trovare. Fra tutti spicca la pimpia, un agrume tondo grande e giallo. Poi ci sono lumache, arance, cardi selvatici, pere mignon, abbamele, fregola, pistoccu, l’immancabile maialino e il muggine.

“Io vado d’istinto, provo “ butta lì Fabrizio senza perdere la sua simpatica sicurezza.
“La bottarga va oltre il pesce. Non deve essere cotta, non deve essere tritata – consiglia Gennaro Esposito – è la bottarga. Protagonista assoluta sempre”.
I due cuochi si concentrano nell’elaborazione del piatto. “Il silenzio di Laura è tipicamente sardo” scherza Borghese. “È come guidare nella nebbia. Me stò a improvvisà! Non so manco io quello che faccio” confessa Fabrizio dal profondo della sua lazialità.

Alla fine, davanti ai giudici arrivano due gran bei piatti. Di alta cucina.
Per Gennaro la versione di Fabrizio è intelligente e coraggiosa. L’aver personalizzato il piatto con la tostatura della pelle del cefalo gli ha dato quel sentore di affumicato molto piacevole. Ma gli dà 6. Laura ha fatto un grande piatto e la cottura della fregola risottata è perfetta e fa uscire molto bene il sapore della bottarga. “Ma da te mi aspettavo di più. Una con le tue capacità doveva usare più ingredienti. Per me è un piatto da 8”.
Per Tomei il piatto di Fabrizio è molto buono e si complimenta perché ha saputo osare, e lo premia con un 7. Quello di Laura è ricco di complessità. Un piatto da grande ristorante. Si sentono tutti i sapori distinti e spicca, regale, la bottarga. Un piatto da 9.
Insomma, come già anticipato, i due bravissimi concorrenti finiscono 29 a 29. Ma fanno fede i punti presi in trasferta e così vince il Lazio che si qualifica per il turno successivo. Laura e Fabrizio si abbracciano emozionati, felici e commossi.
Stasera c’è Paolo Paciaroni che difenderà i colori delle Marche contro il lombardo Stefano Fagioli