Due culture gastronomiche diverse a confronto, come hanno sottolineato in apertura di serata i due giudici Gennaro Esposito e Cristiano Tomei. Una, le Marche, con colline e montagne aperte verso il mare, l’altra, la Valle d’Aosta, chiusa fra le Alpi e girata verso la Francia.

Questo, in sostanza, l’inizio di puntata di ieri sera a Cuochi d’Italia dove a contendersi il passaggio del turno c’erano la Valle d’Aosta rappresentata da Rosemarie Salomone (cuoca dell’Espace populaire di Aosta), contrapposta alle Marche dello chef maceratese Paolo Paciaroni (executive chef del Relais Benessere Borgo Lanciano a Castelraimondo).

Rosemarie è alla mano, simpatica. Il feeling con Paolo parte subito. I due civettano simpaticamente fra un consiglio e l’altro. Il piatto di partenza è valdostano. Delle tre proposte avanzate dalla Salomone, Paciaroni sceglie il risotto con funghi porcini e mirtilli: «Perché lo sento mio – spiega al conduttore Alessandro Borghese – sono sapori anche marchigiani».

Quando i piatti arrivano di fronte ai giudici per l’assaggio e il giudizio, dividono i due chef stellati. Rosemarie ha fatto un risotto poco legato ma buono. Paolo ha fatto un eccezionale risotto con i funghi porcini, come sa fare solo lui, ma la base di crema di mirtilli sovrasta il resto: «l’uso del porcino è fantastico – ammette Tomei – ma tu sei l’uomo dei boschi e proprio per questo da te mi aspettavo qualcosa di più».
La prima sfida termina 11 a 11. Una parità che fa onore a Paciaroni capace di non perdere punti su un piatto proposto dall’avversaria.
È la volta delle Marche. Paolo propone tre piatti della tradizione: a) pinciarelle alla maceratese b) brodetto all’anconetana c) tagliatelle fritte di Monterubbiano. Rosemarie sceglie le tagliatelle, anche se ammette di non averle mai cucinate.
«E che ce vo’? – le risponde Paolo nella piacevole cadenza del dialetto – Si fa un sugo, si lessano le tagliatelle e si spandono su un tagliere ben condite per farle freddare. Si tagliano con il coppa pasta e se ne fanno delle palle da friggere. Da accompagnare con del ragù o sole con il tartufo nero».
E così dicendo il maceratese regala all’avversaria un tartufo nero che si era portato da casa, fra la disapprovazione del pubblico e lo stupore di giudici e conduttore. «E se poi, grazie al tuo tartufo, le fa più buone delle tue?» gli chiede Borghese. «Vincerà lei» è stata la risposta disarmante di Paciaroni.

Scade il tempo. Le tagliatelle arrivano davanti ai giudici. Quelle di Rosemarie con il tartufo nero di Paolo ricordano gaudenti arancini. Quelle di Paolo sono classiche, con il ragù a parte dove inzupparle.
Attimi di suspence, i due cuochi sono stati bravi, la differenza è minima. A farla, alla fine, è il cuore di Paolo Paciaroni. Un cuore grande così che racchiude l’amore profondo verso la sua terra e la sua cucina di tradizione. Il maceratese passa il turno per 27 a 26.
E stasera tocca alla Toscana che sfiderà il Molise!