27 Gen Milano – Lavoro: ci salveranno i videogiochi
Cresce l’industria della creatività, lo dice uno studio presentato in settimana
Milano – I videogiochi portano occupazione e la musica, quella on line, più fatturato. Il primo settore registra un +7,8% in occupazione; mentre il secondo mette in tabella un tondo + 10%. In estrema sintesi, è la fotografia dell’industria della cultura e della creatività. Se ne è discusso in settimana alla presentazione della seconda edizione di “Italia creativa”.
Nel complesso, il valore economico del comparto è di 47,9 miliardi di euro, ossia il 2,96% del Pil. La crescita rispetto all’anno precedente è del 2,4%. In termini di occupazione l’industria creativa è il terzo settore in Italia, dopo l’edile e quello della ristorazione. Negli ultimi anni, ha superato anche energia, automotive e alimentare.
Oltre ai videogiochi e alla musica, il comparto spazia dalla pubblicità all’audiovisivo; dai musei all’editoria. Quest’ultimo spicchio è l’unico che cala, con un meno 8% alla voce quotidiani e periodici.
Secondo le stime di Ernest & Young, che ha condotto lo studio, il comparto ha un potenziale molto superiore. Quei quasi 48 miliardi di euro potrebbero diventare 72, se riuscirà a vincere le grandi sfide e le minacce. Prima fra tutte quella della pirateria.
Si stima che la pirateria generi mancati introiti pari a un valore compreso tra i 4,6 e gli 8,1 miliardi di euro. All’interno di questo ampio range, il valore più elevato appare il più probabile, essendo più vicino allo scenario tecnologico attuale, in cui lo streaming e il download diretto sono prevalenti, rispetto alle modalità di scambio peer-to-peer.
Una seconda minaccia è quella generata dal value gap. Sarebbe la remunerazione iniqua derivante dal mancato riconoscimento di una parte consistente del valore generato da alcuni intermediari tecnici, attraverso le loro piattaforme, alla filiera creativa, ideatrice e generatrice dei contenuti messi a disposizione.
Per contrastare i fenomeni, viene suggerito di puntare a un miglior dialogo con le istituzioni; a favorire di più l’internalizzazione del settore e a migliorare la formazione degli operatori.