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Lettera aperta di Roberto Cenci al sindaco di Falconara Stefania Signorini

L’ex Consigliere comunale esprime il suo parere sui CPR per migranti negati in città dalla prima cittadina

Falconara M. 27 settembre 2023 – L’ex Consigliere comunale di Falconara Roberto Cenci, ha chiesto spazio al giornale per la pubblicazione di una sua lettera aperta al sindaco Stefania Signorini. Una lettera che a detta dello stesso Cenci: “Non è stata scritta per apparire”, ma per sottolineare la situazione attualissima – e la sua posizione e di quella della prima cittadina in merito – sui CPR, Centri di permanenza per rimpatri. Facendo così riemergere una problematica che sta impegnando seriamente il Governo di Roma e tanti Comuni italiani compresi quelli marchigiani.

Corriere del Conero, all’insegna della libertà di stampa e della pluralità di pensiero, ha deciso di pubblicare integralmente la lettera di Roberto Cenci che si assume ovviamente la totale responsabilità dei contenuti e delle affermazioni in essa espresse. Mettendosi volentieri a disposizione del sindaco Stefania Signori con un pari spazio nell’eventualità volesse replicare.

Scrive Cenci:

 «Buongiorno Sig. Sindaco,
sento la necessità di condividere con Lei una preoccupazione frutto di alcuni pensieri e più di un’emozione. Premessa: la mia condizione di persona perseguitata a livello giudiziario a causa del mio impegno sociale e politico come volontario a Falconara M., potrebbe consigliarmi di starmene in silenzio. È chiaro che il cercare di vedere riconosciuti i miei diritti passa certamente per una difesa adeguata in Tribunale, ma anche per la necessità di un sostegno che possa essere di chiunque.

Un sostegno, magari anche da chi non la pensa come me su tante cose, ma riconosce i fatti di cui sono oggetto come pubblici e rilevanti, perché di interesse collettivo; non si tratta certamente di un fatto privato. Ciò nonostante, non esprimere un’opinione, non prendere una posizione davanti a ciò che sta accadendo in Italia e anche qui sul piano locale, equivarrebbe per me a non essere più me stesso e a quel punto si, mi sentirei davvero privato della libertà più preziosa, quella di parola e pensiero, oltreché della mia dignità di persona “libera”.

Prima di proseguire nella lettura voglia tenere presente che nelle mie orecchie riecheggia ancora il suo silenzio al momento delle mie dimissioni da Consigliere comunale, un silenzio doloroso per me, perché da Lei non interrotto neanche in seguito, nemmeno privatamente, neanche dopo essersi potuta rendere maggiormente conto delle gravi motivazioni. Non credo abbia fatto bene all’immagine del Consiglio comunale il silenzio del Sindaco, perché la vicenda delle mie dimissioni non è derubricabile ad un fatto personale, la rilevanza è data da fatti che sono pubblici e abbastanza importanti.

Le scrivo pubblicamente per invitarla ora a riflettere anche su alcune sue recenti dichiarazioni, in questo caso relative all’ipotesi di un Centro di Permanenza per il Rimpatrio (CPR) a Falconara M. Premesso che personalmente, da cittadino italiano ed europeo, mi vergogno profondamente delle misure adottate in tema di immigrazione dai Governi che si sono succeduti in Italia e in larga parte di Europa, da ultimo la decisione di quello italiano di richiedere il pagamento di 5.000 euro per consentire ad una persona “libera” di evitare quelli che io considero Centri di Respingimento la trovo veramente inaccettabile. “Libera”, perché chiunque nel mondo dovrebbe nascere con il diritto universale riconosciuto di poter andare dove vuole, ovviamente rispettando gli altri e i Paesi in cui si sposta. Questa misura non le sembra equiparabile ad una “estorsione”?

Inaccettabile, non solo perché è in antitesi rispetto ai valori racchiusi nella nostra Costituzione e che, come Nazione e Italiani, ci contraddistinguono nel mondo, ma perché va inquadrata per ciò che è, una modalità inadeguata con cui nel mondo si sta affrontando la questione dell’immigrazione. Un approccio nell’insieme disumano e che ci mette tutti di fronte alla responsabilità di decidere se esserne complici oppure no, tentando di fare qualcosa. Vale per la popolazione e non meno per chi come Lei riveste cariche di rappresentanza di una importante Istituzione dello Stato italiano.

Si dovrebbe avere chiaro che non ci sono più molte differenze fra l’insieme di tutto questo e chi relega persone in prigionia negli stati del nord Africa, aspetto certamente contrario ad ogni principio di civiltà e soprattutto che non servirà a risolvere il problema dell’immigrazione. Aumenterà sofferenze, clandestinità e opportunità di business per la malavita (internazionale e nazionale), che farà ancor più profitti attraverso la tratta degli esseri umani (indipendentemente dalla parte politica che governa). Ciò che produrrà il pacchetto di misure attuali è a mio avviso paragonabile agli effetti che generò la allora legge Bossi-Fini, che diede di fatto il via ad un aumento significativo delle presenze in clandestinità nel nostro Paese. Pur dichiarando di mirare ai rimpatri, nell’immaginario collettivo si rivelò soluzione tanto apprezzata quanto non applicata, né attuabile allora come ora.
Le chiedo, Lei non lo ha ancora capito o pensa realmente sia questa la strada?

Sul piano locale, sig. Sindaco, dichiarare a mezzo stampa di essere contraria ad un CPR a Falconara M. (An) per un fatto di immagine della città o perché nel nostro Comune sono già presenti altre criticità (es: quelle ambientali, di cui alcuni si ricordano a fasi alterne, quando fa comodo, mentre in altrettanti momenti importanti non si esprime medesima fermezza) evidenzia un approccio che a me fa accapponare la pelle, tanto più se considero che Lei è contemporaneamente Sindaco e Dirigente scolastica. Non so se possa essere il frutto di una strategia che la vede proiettata in futuro ad un’ulteriore carriera politica nello schieramento oggi al Governo, ma trovo comunque grave ciò che ha dichiarato, perché è evidente che corrisponde ad un pensiero politico e di società che invece non mi sarei aspettato da Lei.

Davvero pensa che la questione dei CPR sia liquidabile con l’intento del “non nel mio giardino”? Lei cura la sua immagine di persona sensibile da tempo, con selfie e attenzioni per tante cose ma sulla mancanza di umanità con cui delle persone libere vengono relegate in prigionia, ma poi libere pagando di fatto un riscatto in Italia, non dice niente? I suoi leader di riferimento (Meloni, Lollobrigida, Salvini ecc.), hanno assunto una misura utile al Paese? Lei a riguardo dice solo “non nel mio giardino”?

Da cittadino falconarese non voglio i CPR da nessuna parte, non nelle forme e modalità in cui sono stati immaginati. Che cosa stiamo trasmettendo e insegnando alle nuove generazioni? Il nodo della questione immigrazione è stabilire se si può fare o no un CPR a Falconara? Le ha fatto eco anche l’AD dell’aeroporto, in maniera veramente avvilente, la motivazione più adeguata a non volere un CPR sarebbe, anche secondo Lei, non disturbare la ripresa commerciale dell’aeroporto di Falconara/Ancona anziché non una questione di diritti umani?

I CPR serviranno magari ad appagare la pancia di elettori che hanno paura dell’inevitabile, mentre finiranno solo per aumentare quella disumanità con cui ci stiamo rapportando nei confronti delle popolazioni che per secoli l’occidente ha voluto relegare a Terzo o Quarto mondo, sfruttando in ogni modo possibile i loro Paesi e risorse, anche oggi. “Paura dell’inevitabile” oggi aumentata dalle conseguenze derivanti dai cambiamenti climatici, che stanno già rendendo inabitabili larghe zone del mondo e fra queste certamente anche vaste aree del continente africano. Mi preoccupa il fatto che le sue non siano state dichiarazioni fuori luogo, né tanto meno distorte da un giornalista, bensì l’espressione di un pensiero politico e di una errata, per me, convinzione di poter gestire la “paura” degli italiani rispetto ai flussi migratori, degli esseri umani, alimentandola. Prima la repressione in accordo con Paesi caratterizzati dalla presenza di bande e trafficanti (che, come Stato, finiamo per finanziare), poi le limitazioni a chi fa soccorso di vite in mare, altra detenzione obbligata e da ultimo ora anche le ipotesi di estorsione economica. Sono questi gli ingredienti necessari? Gli stessi utilizzati da altri Governi precedenti e già falliti?

Dato che ostenta la sua sensibilità in ogni occasione pubblica, avrebbe a mio avviso potuto e ben dovuto distinguersi, focalizzando l’attenzione dei suoi concittadini su di una misura che andrà solo a fare ulteriori danni alla vita di persone disperate e oppresse, senza ottenere alcun risultato tra quelli dichiarati.

La questione dell’immigrazione la si potrà affrontare forse un po’ più adeguatamente solo quando saremo disposti a guardare il mondo con gli occhi e il cuore di chi è senza speranza e senza alcuna certezza del futuro, guardando attraverso un lager libico o una detenzione italiana, in mezzo al mare o aggrappati sotto un camion, sul punto cioè di dover di rischiare la propria vita per avere una speranza senza la quale la vita non è vita».

 

redazionale

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