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Continuano le crisi industriali fabrianesi

Quando un politico ti dice: «Noi comunque saremo, come sempre, accanto ai lavoratori» è il momento di preoccuparsi

Fabriano, 22 agosto 2020 – Fabriano, da qualche anno, da polo industriale qual era sta diventando un polo della disoccupazione. L’ultima crisi è quella che riguarda l’azienda di elettrodomestici JP (già Antonio Merloni). Si parla di circa 600 posti di lavoro in bilico.

Sul caso è intervenuta Manuela Bora, assessore regionale all’Industria, Artigianato e Commercio, solitamente molto prodiga di dichiarazioni, la quale ha detto che i fondi nazionali e regionali ci sono per rilanciare l’impresa, ma per realizzare il tutto occorre una classe imprenditoriale all’altezza, occorrono imprenditori validi.

Manuela Bora, assessore all’Industria, Artigianato e Commercio della Regione Marche

Non so se la signora in questione, con questa critica dura all’imprenditoria locale, intendesse riferirsi a quella propria dell’azienda JP o a quella marchigiana in genere. Se si tratta del primo caso sarà sicuramente chi di dovere a darle una risposta. Intanto in parte lo ha fatto, asciutto e determinato, il presidente della Confindustria Marche Nord Territoriale Pierluigi Bocchini il quale ha osservato che se un’impresa deve produrre un oggetto che le costa il 30% in più di quello che sarò il prezzo di vendita, non c’è santo che tenga. E qui mi piacerebbe che qualcuno spiegasse a me, che sono tardo di comprendonio, come possa verificarsi una cosa così assurda e su chi ricade la responsabilità.

Pierluigi Bocchini, presidente di Confindustria Marche Nord

Se invece la signora Bora intendesse riferirsi, con la sua critica non da poco, all’intera imprenditoria marchigiana, io che l’ho bazzicata (come consulente e come Console della Federazione Russa) per una trentina d’anni, le posso rispondere che si sbaglia. Avranno i loro difetti, gli imprenditori delle Marche, come tutti i mortali, ma le loro performance sono tali che molte imprese di questa piccola regione di nemmeno 1 milione e mezzo di abitanti si sono affermate come leader mondiali negli specifici propri settori di produzione.

Ma la cosa che mi preoccupa di più è la conclusione dell’assessore: «Noi comunque saremo, come sempre, accanto ai lavoratori». Quando un politico ti dice questo o, nel caso di una calamità, assicura alla popolazione “Non vi lasceremo soli”, è il momento di preoccuparsi sul serio.

Provare per credere: chiedete ai terremotati del centro Italia (Marche e Umbria, in particolare) che ancora sono lì col sedere scoperto dopo che decine di politicastri locali e nazionali, hanno fatte le loro passerelle con TV al seguito e, benedicenti, hanno dato certezze alla gente che non sarebbe stata abbandonata.

E chiedetelo pure alla povera nonna Peppina, la novantenne che non voleva abbandonare il suo Paese e si era trasferita in una sua casetta di legno, sistemata in un terreno di sua proprietà, ma inesorabilmente perseguitata dalla burocrazia più ottusa, perché mancava il solito foglio di carta, quello che garantiva che la casetta non costituiva alterazione del paesaggio.

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