Camerano, 25 maggio – Lorenzo Rabini, Capogruppo di Operazione Futuro, lancia la sua ennesima iniziativa eclatante, ma assolutamente affascinante per Camerano, vale a dire la riapertura della piscina al coperto all’interno dell’immobile dell’Albergo Tre Querce.
«In questi mesi – racconta Rabini – ho parlato a lungo con il mio caro amico Marco Ferri, figlio del proprietario del Tre Querce, che mi ha espresso uno dei suoi grandi desideri, quello appunto di far rivivere l’impianto al coperto della piscina che da troppo tempo è chiuso e langue in una situazione di abbandono».

La piscina in questione, negli anni ‘70 e ‘80, per Camerano ha rappresentato una grande risorsa sociale, sportiva e turistica. Una delle poche esistenti sul territorio, capace di richiamare tanti fruitori e dando lustro alla cittadina. Un impianto coperto, con una vasca di 25 metri per 8 profonda 3,50 e dotata di servizi e spogliatoi, chiuso ormai da 35 anni.
Ora, al netto dei sentimentalismi e dei ricordi, che danno comunque sempre un valore particolare alla questione, ecco spuntare la proposta di Rabini: «Bisognerà ragionare con la proprietà e con le Istituzioni pubbliche – dice – primo fra tutti il Comune, per costruire un percorso che davvero possa far ripartire la piscina al coperto».

E parrebbe proprio che il sindaco Annalisa Del Bello abbia accolto favorevolmente l’idea. La prima cittadina ne ha parlato sia con la proprietà sia con Rabini, e l’argomento sarà anche oggetto di una prossima Conferenza dei Capigruppo.
Certo, occorrerà formare un tavolo tecnico per capire tutte le necessità di cui un tale progetto avrà bisogno per essere realizzato, a partire dagli aspetti economici e di gestione. Capire come impostare la sinergia tra pubblico e privato, quantificare gli eventuali contributi che potrebbero arrivare dalle istituzioni sportive e del credito, ma intanto la proposta è stata lanciata e, quel che più conta, non è stata al momento cestinata.

«Dobbiamo dare cuore e cervello a questo bel progetto di sport e turismo – conclude Rabini – perché sono convinto che si possa ridare a Camerano l’impianto natatorio con tutto quello che ne consegue: l’afflusso di sportivi, i corsi dedicati ai disabili, le collaborazioni con le istituzioni scolastiche, una crescita turistico-commerciale. Non sarà facile, ma se l’interesse generale è quello di lavorare per la riapertura, gli ostacoli potranno essere superati».