Camerano. Quanto incide la mentalità gestionale nel buon andamento degli affari? Pensiamo tantissimo. Inutile spendere denari per aprire un’attività se poi sei tu stesso a porti delle barriere per il suo sviluppo.
Un esempio? Va bene. Piccolo, ma significativo.
La storia è questa. Succede che a Camerano una coppia di conviventi decida di regolarizzare la propria unione e di sposarsi. Si informano, vanno in Comune, fanno i documenti necessari e fissano la data.
Succede che la futura sposa si domandi: “Occorrono le fedi!” E che il futuro sposo le risponda: “Bene, sabato andiamo in centro ad acquistarle”. I due, come tanti, possiedono un cagnolino. “Sabato, lo portiamo con noi – decide il futuro sposo – così si fa una passeggiata”.
Arriva sabato. I due prendono su il cane, lo infilano in auto e partono alla volta di Piazza Roma. Posteggiano all’ombra della statua del Maratti e si dirigono verso una gioielleria lungo la via. Qui giunti fanno per entrare, ma la futura sposa blocca il futuro consorte e annesso quadrupede al guinzaglio: “Non possiamo entrare, i cani non sono ammessi” dichiara, indicando un cartello in vetrina che recita: io qui non posso entrare. E io, sta per un disegno spiritoso di un cagnolino su due zampe messo di fianco alla scritta.
Il futuro sposo guarda il cartello ed esclama: “Ah sì, lui non può entrare? Benissimo. E tu, signor gioielliere, ti sei perso una vendita. Vieni, futura sposa, andiamo a cercare un’altra gioielleria”. E così dicendo gira sui tacchi alla volta di un altro negozio. Trecento metri più avanti, trova la vetrina di un orafo. Suona il campanello. Gli viene aperto, entra con il cane al guinzaglio e domanda all’orafo: “Il cagnino, può entrare?”
“Certo che sì”, risponde l’artigiano. E con quel sì, assicura alla sua attività la vendita di due fedi in oro giallo.
Una piccola storia davvero, ma con una grande morale: chi ama gli animali non diventerà ricco solo per questo, ma due fedi le vende sicuro.