26 Mar LegaPro – Ancona 1905: ormai alla salvezza crede solo il mister
Qualche giocatore è già con la testa da un’altra parte
ANCONA (4-2-3-1): Anacoura; Daffara, Ricci, Cacioli, Nicolao; Agyei (36’st Gelonese), Zampa; Forgacs (7’st Mancini), Bariti, Frediani (24’st Voltan); Momentè. A disp: Scuffia, Bellucci, Di Dio, Bambozzi, Djuric, Paolucci, Bartoli. All. De Patre
SUDTIROL (3-5-2): Marcone; Riccardi, Di Nunzio, Bassoli; Tait, Broh (19’st Rantier), Obodo, Cia, Lomolino; Gliozzi (46’st Baldan), Tulli (39’st Lupoli). A disp: Montaperto, Brugger, Packer, Bertoni, Torregrossa, Spagnoli. All. Colombo
ARBITRO: Capraro di Cassino
MARCATORI: 10’ pt Tulli
AMMONITI: Zampa, Cacioli, Obodo, Marcone
NOTE: spettatori 1482 incasso 8894,50. Angoli 7-2
Anche il SudTirol fa bisboccia al Del Conero. Quinta sconfitta consecutiva, nona nelle ultime dieci partite, nono ko casalingo in questa stagione e nessun gol segnato tra le mura amiche nel 2017: con questi numeri non è da vedere se l’Ancona retrocederà, ma quando. In caso di sconfitta anche a Lumezzane domenica prossima i biancorossi saluteranno la Lega Pro, matematica a parte. I segnali sono, purtroppo, evidenti.
LA CRONACA
De Patre deve rinunciare a Del Sante che si fa male nel riscaldamento (e in sala stampa il tecnico dorico lancerà accuse pesanti al suo attaccante, come se si fosse tirato indietro), oltre agli infortunati Vitiello, Kostadinovic, Falou Samb, Barilaro e all’oggetto misterioso Cristofari. L’ex centrocampista dell’Ancona di Simone rilancia Forgacs esterno alto nel suo 4-2-3-1 e farà sensazione, col senno di poi, il fatto che Paolucci non abbia giocato neanche un minuto.
L’ atteggiamento dei biancorossi in partenza è assolutamente incomprensibile per una squadra con l’acqua alla gola ed infatti il SudTirol all’8’ sfiora il gol con l’ex Tulli che scatta sul filo del fuorigioco, e forse oltre, salta Anacoura e poi incespica sul pallone.
Al 10’, però, il fantasista degli altoatesini si fa perdonare portando in vantaggio i suoi, realizzando da pochi passi di testa su cross di Lomolino: la regola del gol dell’ex è stata rispettata, ma la difesa è sembrata più adatta ad un presepe che ad una partita di calcio.
L’Ancona accusa il colpo e non succede nulla fino al 25’ quando Cacioli sfiora il palo con un’incornata da azione d’angolo. Un po’ poco per un gruppo che deve conquistarsi una salvezza che ormai avrebbe del miracoloso.
Da segnalare uno striscione ed un coro di contestazione da parte della curva verso Ercole Di Nicola, eminenza nera di questa società. Nella ripresa almeno l’Ancona ha una reazione, più dettata dalla rabbia che da altro, ed al 9’ Agyei, il migliore dei suoi inspiegabilmente sostituito nel finale, fa tremare la traversa con una bordata dai venti metri.
Al 14’ ancora Agyei chiede un calcio di rigore per un presunto fallo di mano di Riccardi su una sua inzuccata, ma l’arbitro fa giustamente proseguire: il difensore respinge infatti con la testa. Al 28’ la palla gol capita sulla testa di Zampa che riesce nell’impresa di angolare troppo un colpo di testa da pochi centimetri dalla riga di porta.
Finisce praticamente qui, negli ultimi venti minuti i biancorossi chiudono il SudTirol nella propria metà campo, ma è una pressione sterile senza mai produrre vere occasioni da rete. Al triplice fischio finale i pochi tifosi presenti non hanno neanche la forza di esprimere il proprio malcontento: forse è la dimostrazione che alla salvezza, anche tramite playout, non crede più nessuno.
SALA STAMPA
De Patre: «Non mi è piaciuto l’approccio alla partita, una squadra che si deve salvare non può perdere ogni contrasto nella prima mezz’ora, manca la personalità, la palla non deve scottare. Abbiamo avuto diverse palle gol, ma se non segni nel calcio non ti puoi appellare a nulla.
Del Sante? Stava bene fino a stamattina, poi non so cosa sia successo: lui dice di aver avuto un problema all’adduttore, ma magari a volte si potrebbe anche stringere i denti. Per carità, ognuno ha una propria soglia del dolore. Non ho inserito Paolucci perché ritengo sia in ritardo di condizione, non so come stava a Catania, ma se l’hanno dato via un motivo ci sarà stato.
Ho dovuto togliere Frediani perché si era allenato poco in settimana, ma tutto il gruppo, chi più chi meno, ha qualche problemino fisico. Abbiamo dei limiti strutturali importanti, ci manca un regista che sappia dare il ritmo alla squadra, ma io non mollo e continuerò a lavorare con chi mi segue. Chi dimostrerà di non esserci con la testa starà fuori, a prescindere da chi sia. Io ci credo ancora».