Argomenti per categorie

Parco del Conero, c’è la vasca per il recupero delle tartarughe esotiche

Un laghetto artificiale per il recupero e il contenimento della Trachemys, la tartaruga dalle orecchie gialle che poteva essere acquistata in un qualsiasi negozio per animali

Sirolo, 25 luglio 2020 – La Trachemys è la comune tartaruga d’acqua dolce che, fino a qualche tempo fa, veniva acquistata liberamente in ogni negozio per animali. Ma essendo stata riconosciuta come specie invasiva, non autoctona e particolarmente vorace e pericolosa per la conservazione della biodiversità italiana, nel 2017 è stato emanato un decreto legislativo che ne vieta la vendita e obbliga tutti i proprietari di Trachemys a dichiararne il possesso entro il 31 agosto 2019. Risultato: si sono verificati numerosi casi di abbandono in ambiente acquatico naturale, come ad esempio nei laghi di Portonovo creando gravi problemi all’equilibrio dell’ecosistema.

Su richiesta della Regione Marche, che ne ha finanziato il progetto, il Parco del Conero ha realizzato, nella corte della sede dell’Ente a Sirolo, la vasca destinata ad ospitare gli esemplari di tartaruga abbandonati. Ovviamente, i proprietari di Trachemys non potranno procedere autonomamente per la liberazione dell’animale nella vasca contenitiva, ma dovranno preventivamente allertare il Parco del Conero e le autorità preposte.

Sirolo – Il laghetto realizzato presso la sede del Parco del Conero per ospitare le tartarughe esotiche liberate in natura dai proprietari dopo la legge entrata in vigore nell’agosto del 2019 che obbligava a denunciarne il possesso 

Il laghetto di detenzione ha una superficie di circa 85 metri quadrati con due livelli di profondità. Questi serviranno a garantire uno spazio per il nuoto, con acqua più profonda, ed una zona perimetrale di basking (comportamento essenziale di questi animali per prendere il sole e quindi attivare il metabolismo).

Attorno al laghetto, una fascia di ciottoli garantirà la mancata deposizione delle uova evitando così la riproduzione degli esemplari. Inoltre, è stato realizzato un invaso più piccolo a finalità prettamente didattiche: sarà destinato ad ospitare fauna lacustre autoctona (rettili, tritoni, rane), che le tartarughe liberate distruggono.

 

redazionale

© riproduzione riservata

Tags: