Ancona, 20 luglio 2021 – “La partecipazione è il sale della democrazia e, citando Gaber, della libertà. Non sembrerebbero pensarla così gli Amministratori della città di Ancona, secondo i quali questa partecipazione può anche attendere, soprattutto se si chiede che siano i cittadini e le cittadine ad esprimersi su un tema, come quello della difesa del mare del Conero, dove attualmente egoistici interessi di pochi vanno a discapito del bene comune e dei diritti di tutti”.
Questo l’incipit della nota di protesta emanata dal Comitato promotore del referendum per la realizzazione dell’Area Marina Protetta “Costa del Monte Conero”, che aveva individuato nel referendum consultivo, previsto dallo Statuto Comunale, lo strumento migliore per una partecipazione consapevole della cittadinanza alla determinazione di una scelta “che riguarda il futuro di tutti e delle generazioni a venire”.

Seguendo le regole previste dal Regolamento per la disciplina dei Referendum comunali, il Comitato ha presentato al Sindaco, il 17 maggio scorso, una proposta di Referendum, con un quesito molto semplice da comprendere:
“È favorevole all’istituzione dell’Area Marina Protetta Costa del Conero nel tratto di costa del Comune di Ancona che va dal Passetto allo scoglio della Vela, ai sensi delle leggi n. 979 del 1982 e n. 394 del 1991?“
«Nonostante il Regolamento comunale fissi in 15 giorni il tempo per il pronunciamento preventivo di una specifica Commissione consiliare circa l’ammissibilità della proposta, a distanza di 2 mesi non abbiamo avuto alcuna risposta – denuncia il Comitato – Di questo passo l’estate trascorrerà senza la possibilità di informare correttamente la cittadinanza sulla richiesta referendaria, e senza che si possano raccogliere le oltre 4.000 firme necessarie per la indizione del referendum, con la possibilità, purtroppo, che in autunno riprenda la pandemia con conseguenti limitazioni al coinvolgimento della cittadinanza e alla raccolta delle firme».
Il Regolamento del Consiglio comunale parla chiaro: la Commissione avrebbe dovuto pronunciarsi sull’ammissibilità del Referendum entro i primi giorni di giugno; in assenza di tale pronunciamento, spettava al Presidente del Consiglio Comunale esprimere un parere preventivo.
«Poiché il Regolamento prevede che il Comitato promotore dell’iniziativa referendaria possa incontrare la Commissione consiliare per fornire motivazioni e chiarimenti sulla proposta, sabato scorso abbiamo chiesto un incontro alla Commissione per essere ascoltati entro le prossime ore – spiegano in conclusione i rappresentanti del Comitato – Qualora non vi fosse un cambio di atteggiamento, sarà palese che chi amministra la città teme il Referendum ma non ha gli argomenti per farlo fallire, a dimostrazione che è giusto promuoverlo e poi votare SI a favore dell’ambiente e a salvaguardia del bene comune».
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