Argomenti per categorie

Area Marina Protetta: il Comitato del No replica al TAG Costa Mare

Fabio Fiori: “Chi vive tutto l’anno nell’ambiente marino ed ha a cuore la fauna ittica è contrario allo strumento giuridico Area Marina Protetta per la Costa del Conero”

Ancona, 26 novembre 2020 – In attesa delle decisioni finali di Sindaci e Regione Marche, che a breve dovranno comunicare al Ministero dell’Ambiente le decisioni prese in merito alla costituzione o meno dell’Area Marina Protetta per la Costa del Conero, continua la discussione in merito alla sua validità da parte di ambientalisti, pescatori e fruitori dell’area interessata.

Fabio Fiori, coordinatore Marche-Umbria Fipsas settore pesca in apnea, chiede il diritto di replica in risposta alle associazioni ambientaliste. Replica che ovviamente  è doverosa e che pubblichiamo di seguito integralmente.

Fabio Fiori

«Leggendo l’articolo del Corriere del Conero del 24 novembre con l’appello del TAG Costa Mare (leggi qui) mi sento in dovere di replicare a quanto asserito. I firmatari, sono sicuramente mossi da buoni propositi sulla tutela dell’ambiente, ma molti di loro non hanno alcuna conoscenza ed esperienza di mare, di ambienti marini, di problemi della pesca

La Federazione Italiana Pesca Sportiva ed Attività Subacquee, nella quale svolgo attività dirigenziali da oltre quarant’anni, è associazione di protezione ambientale riconosciuta dal Ministero dell’Ambiente con esperienza specifica nella tutela degli ambienti acquatici sia di acque interne che di mare.

Le affermazioni del tipo: l’ottenimento di concreti ed immediati benefici dalla istituzione della AMP di fronte al Monte Conero, sono pure fantasie.

L’incremento della biomassa di pescato e degli introiti dei pescatori sono smentiti dalle ricerche scientifiche effettuate in varie AMP già istituite. La biomassa tra le zone “B” e “C” e le zone esterne alla AMP è equivalente perché la pesca costiera professionale non viene preclusa. L’effetto positivo è invece presente nelle zone “A” di riserva integrale, che però non sono previste nel progetto di AMP del Conero.

La pesca con le reti da posta (tramaglio) è esercitata oggi in maniera talmente massiccia lungo tutta la Riviera del Conero da intaccare profondamente gli stock ittici, ebbene questo tipo di pesca non viene limitata nelle zone “B” e “C” delle AMP.

Ancora più fantasiose sono le affermazioni di sviluppo di attività di carattere economico quali il whale-watching (per i non addetti ai lavori si parla di turismo dedicato alla osservazione delle balene).

Sicuramente penalizzate sarebbero invece le attività nautiche, la pesca sportiva e la pesca in apnea, che vengono svolte anche in periodo primaverile ed autunnale consentendo una destagionalizzazione del turismo al di fuori della stagione balneare, nella quale le presenze sono fin troppo numerose.

Chi vive tutto l’anno nell’ambiente marino ed ha a cuore la fauna ittica è contrario allo strumento giuridico “Area Marina Protetta” per la Costa del Conero.

Più adatte ed efficaci per il contesto della Riviera del Conero sarebbero le Zone di Tutela Biologica, nelle quali è precluso qualunque tipo di prelievo sia sportivo che professionale, da realizzare in siti di estensione limitata e facilmente controllabili. Ancora più efficaci se abbinate a barriere artificiali che ostacolano la pesca industriale e creano ulteriori nuovi habitat, idonei per lo sviluppo delle specie ittiche, come ampiamento dimostrato dagli impianti realizzati dall’Istituto per le Risorse Biologiche e le Biotecnologie Marine del CNR di Ancona».

segue firma

 

redazionale

© riproduzione riservata

Tags: