Si intitola così l’ultimo libro di Roberta Schira. Un regalo intelligente per il prossimo Natale.
Valida e colta scrittrice non solo di cibo, Roberta viene da un passato culturale legato alla psicanalisi che ritroviamo in tutte le pagine che le appartengono. Roberta è anche una mia buona amica. Che stimo e che ringrazio di esistere. Perché stacca la cucina dalle solite ricette e la porta oltre. Dove a ragione deve essere. Più in alto.

Roberta è anche una critica gastronomica di livello. Amica di grandi cuochi con i quali ha imparato a cucinare. Se volete sapere qualcosa di più su di lei andate sul suo sito www.robertaschira.it
Il riordino
Dal momento che reputo questo libro assolutamente terapeutico, forse meglio di quello della Marie Kondo, la giapponese che ha scritto ‘Il magico potere del riordino’, mi fa piacere condividerlo con voi.
Il libro della Marie Kondo non è completo, secondo me, perché nei luoghi del riordino non considera la cucina. La cucina non come l’atto di cucinare ma come luogo, come spazio simbolico da vivere.
Ci siamo mai riuniti davanti ad un armadio? Sembra banale ma non lo è.
Dalla notte dei tempi ci siamo sempre riuniti davanti a un focolare. In cucina, che è il luogo più caldo della casa. Dove mamma ‘spignatta’ e i bambini fanno i compiti. Dove Si mangia e si beve e si ride e si litiga e ci si abbraccia. Ma come possiamo arrivare a provare gioia nel riordinare la nostra cucina?
Il percorso
Roberta Schira ci guida in un percorso di ‘purificazione’ nel quale si incontrano personaggi tipo ‘lo scoiattolo’, tipo ‘mi porto avanti’, tipo ‘non butto nulla perché mi potrà servire’.
I personaggi, nei quali ognuno di voi si ritroverà, sono reali. Sono persone che Roberta ha aiutato a mettere ordine nella loro vita. C’è la figlia disperata per la morte della mamma che non vuole buttare via le sue stoviglie vecchie e rischia di compromettere un nuovo rapporto sentimentale. C’è il single che odia la sua cucina e la lascia lì inusata, piena di tecnologia all’avanguardia che chiede solo di essere ‘accesa’.
Il primo consiglio è quello di fotografare la vostra cucina, oggi, così com’è.
Poi di valutare quanti ‘ciaffi Inutili’ abbiamo accumulato e metterli in uno scatolone. Se in un mese non sentiamo la necessità di usarli meglio regalarli a qualcuno che ne ha bisogno.
Il capo della cucina
Trovare un ‘capo cucina’ in famiglia. O meglio qualcuno che ne prenda le redini. Non è necessario che sia quello che cucina. Ma sarà quello che darà i compiti. Chi butta la spazzatura? Chi va a fare la spesa?
Vi accorgerete che ogni gesto come appunto buttare la spazzatura, si trasformerà da pratico a simbolico. Butto la spazzatura? può significare mi ripulisco, e riparto da zero.
Nel fare la spesa dobbiamo attenerci a delle regole precise. Mai troppo e inutile. Mai troppo poco rischiando di rimanere senza. A tal scopo, dividendo la cucina in quattro aeree ben distinte, fuoco, acqua, terra, aria, e sapendo perfettamente dove riporre i cibi e le cose, daremo un valido aiuto alla nostra spesa.
Non pensiamo – nessuno di noi, vero? – che una bella cucina sia una cucina asettica. Dove non c’è nulla a vista.
Il riordino all’italiana
A noi piace il riordino all’italiana e non alla giapponese. E quindi va benissimo la piantina di basilico e il disegno di vostro figlio che dondola attaccato al frigo tenuto da un magnete, souvenir di un viaggio in Grecia.
Sarà importante, per non perdere tempo dopo, nominare i contenitori e le buste del congelatore anche con la data. E mettere sempre in prima fila i prodotti più vicini alla scadenza. Come fanno nei supermercati.
Dopo un po’ che avrete seguito poche semplici regole rifate la foto alla vostra cucina. Una foto uguale alla prima. Non sarà uguale nel contenuto però. Avrete aperto le finestre e tolto le tende. Avrete fatto entrare la luce e uscire gli odori. Chi sta sempre chiuso ha paura del mondo. Aprire vuol dire anche aprirsi.
Mi fermo qui e vi esorto a leggerlo. Mi ringraziarete.
Perché anche l’abitudine più scontata può essere terapeutica. Attenzione! Non è un libro di ricette!