Loreto – Nonostante le polemiche e le proteste di questi ultimi mesi riguardanti la riconversione del nosocomio, il Santa Casa rimane una delle strutture più importanti della riviera del Conero e della Val Musone.

Nel 2016 sono state erogate oltre 35mila prestazioni diagnostiche, di queste il dato eccezionale è dato dall’ambulatorio allergologico con oltre tremila prestazioni, di cui seicento prime visite. Se si considera che l’ambulatorio prevede l’apertura solo due volte alla settimana, con uno solo specialista, è un vero record.
L’elevato numero delle prestazioni è dovuto, anche, alla sinergia dell’ospedale lauretano con l’unità operativa di allergologia di Civitanova Marche, diretta dal dottor Stefano Pucci. Una collaborazione che ha dato la possibilità ai pazienti con elevata complessità di proseguire e completare il percorso diagnostico presso la sede di Civitanova.
Altro dato importante riguarda l’unità di chirurgia orale e odontostomatologica, diretta dal dirigente medico di 2° livello dottor Roberto Mazzanti. Presente da più di un lustro a Loreto e nei comuni limitrofi, le prestazioni di chirurgia orale ambulatoriale sono state 432, mentre le visite specialistiche sono state 134; e va ricordato che vengono effettuate diagnosi e terapie di patologie del distretto orale anche su pazienti a rischio clinico elevato e non collaboranti.
Tra i numeri dell’anno appena concluso spiccano i 770mila esami eseguiti dal laboratorio analisi, sia interni che esterni, ai quali vanno aggiunte oltre 5mila analisi citologiche.
Al punto di assistenza territoriale (ex pronto soccorso), si sono registrati 10.151 accessi: 34 a codice rosso, 487 gialli, 8.276 verdi, 1.347 bianchi.
«Questi dati – sottolinea il sindaco Niccoletti – confermano la validità della via intrapresa, che pur nella trasformazione voluta dalla riforma, vede il nostro ospedale sempre e comunque come il punto di riferimento per Loreto e i comuni limitrofi della riviera del Conero e della Val Musone».

Diversa la situazione all’ospedale di Osimo, in particolare del pronto soccorso dove, seppur sono diminuiti gli accessi – circa 800 in meno rispetto al 2015 – sono aumentati gli arrivi con codici rosso e giallo. E va considerato che per il 2017 la situazione può diventare ancora più critica, in modo particolare in estate con l’arrivo dei turisti.
Non va dimenticato che il punto di primo intervento dell’ospedale di Loreto (Ppi), ubicato molto più vicino alla costa, è diventato punto di assistenza territoriale (Pat), e non potrà più gestire i codici rossi.
Il nosocomio osimano, oltre ad avere carenza di spazi e personale nel pronto soccorso, si trova in affanno anche a livello di posti letto; in particolare, per i pazienti con codice rosso e quelli con codice giallo che necessitano il ricovero.
Se prendiamo in considerazione la fine degli settanta e i primi anni ottanta, fra Osimo, Loreto e Castelfidardo i residenti della Val Musone e della riviera del Conero potevano contare su circa 800 posti letto. Oggi diminuiti a circa 60: quelli del Ss. Benevenuto e Rocco di Osimo.