Loreto. Tra una scossa e l’altra di terremoto, si è svolta a Loreto presso l’aula consiliare un’assemblea aperta a tutta la cittadinanza, voluta dall’amministrazione per chiarire la riforma sanitaria che partirà dal primo gennaio.

Per dare delucidazioni sul cambiamento in atto hanno partecipato i vertici dell’Asur: il direttore generale Alessandro Marini, il direttore sanitario Nadia Storti, il direttore dell’area vasta 2 Maurizio Bevilacqua; l’assessore regionale al Turismo e Cultura Moreno Pieroni, il sindaco Paolo Niccoletti con il consiglio comunale in toto, i vice sindaco di Castelfidardo Marconi, di Recanati Bravi e l’assessore con delega da vice sindaco di Numana Carducci.
Assente il rappresentante di Uniti si cambia Federico Guazzaroni. In altre faccende affaccendato.
Dopo una breve introduzione da parte del sindaco Paolo Niccoletti, che ha ancora una volta spiegato la peculiarità territoriale di Loreto che copre una vasta area lungo la riviera del Conero e la Val Musone, la parola è passata al direttore generale Marini che ha spiegato in maniera approfondita il cambiamento che avverrà dal primo gennaio con la trasformazione che coinvolge i tredici nosocomi tra cui il Santa.Casa.
Il direttore sanitario Nadia Storti ha descritto nello specifico cosa accadrà a Loreto. In particolare, come cambierà il punto di primo intervento in punto di assistenza territoriale e come, ha sottolineato, verranno gestiti solo codici bianco e giallo. Con un’assistenza 24 ore su 24 da parte di tutti: medici di medicina generale, 118, guardia medica e dottori dipendenti.
Gli altri codici saranno gestiti dal pronto soccorso di Osimo e Torrette per i casi più gravi, mentre rimane invariato il servizio di automedica composto da: un medico infermiere ed autista. La chiusa è toccata al direttore dell’area vasta 2, Bevilacqua, che ha confermato per Loreto nuovi investimenti per circa 800mila euro con l’arrivo di una nuova risonanza.
Aperta la discussione con l’assemblea, l’inquietudine ha dilagato ovunque. In particolare, il vicesindaco di Numana, Castelfidardo e Recanati si sono detti preoccupati della risposta della struttura nei periodi di maggiore affluenza come nel periodo estivo.
La risposta dei vertici Asur non ha sciolto i dubbi, dimostrando una carenza di argomenti di fronte ad un tema come quello di un cambiamento che, per ora, è più sulla carta che testato sul campo. Se la sono cavata affermando che il personale verrà gestito a seconda delle esigenze che emergeranno.
Fra il pubblico c’erano molti dipendenti dell’ospedale, seriamente preoccupati di un futuro incerto. «È più che evidente – ha sbottato un medico del pronto soccorso – la distanza che esiste fra noi e i vertici Asur. Loro sciorinano cifre e tempi facendo sembrare la sanità un’equazione matematica, perdendo di vista l’etica professionale e la responsabilità di noi medici e di tutto il personale infermieristico verso i pazienti».
L’intervento di Emidio Spina, Aps, ha collocato questa riforma non a favore del pubblico ma del settore privato. E i tempi che si prevedono lunghissimi per la costruzione del nuovo Inrca all’Aspio, non aiutano. Per i pazienti si prevedono tempi duri.

Su questo tema, i vertici dell’Asur hanno promesso altri incontri per esplicare al meglio l’importanza delle scelte messe in campo, e come cambierà la sanità regionale. «Sarà un’opportunità per tutti» ha sottolineato il direttore generale Marini.
La conclusione, visto il quadro, è scontata. Poca chiarezza e capacità comunicativa da parte dei vertici Asur che, a parte lo sciorinare numeri, non sono in grado di spiegare ai cittadini i vantaggi dell’operazione. In un contesto del genere, il cittadino non coglie le opportunità vere o presunte del cambiamento, e lo vive – a ragione – come un peggioramento e una limitazione nell’offerta dei servizi. Quei servizi che invece dovrebbero salvaguardarlo e proteggerlo. Dal momento, tra l’altro, che se li paga cari e salati.
Benissimo, ho apprezzato lo sforzo dei dirigenti ASUR, ma non era quello che i cittadini di Loreto volevano sapere. Il problema è solamente politico e cioè: quale strategia ha in mente la Regione per la sanità marchigiana? A mio parere siccome questo territorio è stato preso in giro ormai da vent’anni, ha visto poco a poco un depotenziamento della sanità pubblica in favore di quella privata. In quella circostanza, in particolare, l’unico politico che doveva dare una risposta adeguata era Moreno Pieroni, vista la latitanza di Ceriscioli (e forse non è casuale che mancasse anche il PD loretano). Ma l’illustre Assessore non ha proferito parola, dicendo solo che lui si farà garante per il futuro. Forse non si ricorda di quando girava casa per casa per la raccolta delle firme contro la chiusura del Santa Casa??!!! Peccato che i cittadini di Loreto abbiano memoria corta!!!