Camerano. Ci ha lasciati nel pomeriggio di ieri, Salvatore D’Addario, 66 anni, scultore di fama internazionale che dal 1982 aveva preso casa a Camerano.

Malato, da tre anni combatteva con un tumore ai polmoni e al colon subendo tre interventi – uno di questi, per un’infezione, lo aveva tenuto sotto i ferri per sei ore –, lascia due figli: Andrea (45) e Luigi (39), e la moglie Maria (67).
Nato a Ariano Irpino (Avellino) il 4 dicembre 1950, il giovanissimo Salvatore segue la famiglia che nel ’53 si trasferisce ad Ancona. Sin da giovane dimostra un vivo interesse per la pittura e la scultura.
Si diploma all’Istituto statale d’Arte di Ancona dove insegna per molti anni. La sua prima esposizione risale al 1970, dimostrando una precoce capacità creativa.
Diventa amico di artisti del calibro di Fazzini, Remo Brindisi, Virgilio Guidi, Umberto Mastroianni, ma sarà il grande artista fabrianese Edgardo Mannucci a trasmettergli le giuste e ispirate conoscenze. Per D’Addario, che lo ammira e stima tantissimo, Mannucci diventa un maestro sia artistico che umano. E Mannucci gli trasmette la sua arte, trovando nell’allievo prima, e nell’amico dopo, un degno continuatore della sua tecnica.

A Camerano D’Addario arriva nel 1982, trasferendosi dal quartiere Pietralacroce di Ancona. E da qui si sposta spesso per frequentare l’ambiente artistico romano. Molto conosciuto a Camerano, è stato membro della Consulta della Cultura. Ed è ancora viva nel ricordo di tutti la sua mostra: “Il tempo, la luce, la forma” allestita nel 2012 all’interno delle grotte e curata da Angelo Monaldi.
I funerali del Maestro D’Addario si celebreranno domani, 20 settembre, nella chiesa Immacolata Concezione di Camerano in Via Maratti alle 16.30.
Quando sono stato Sindaco di Rossano (2006-20011) ho cercato un allievo di Pericle Fazzini, che potesse realizzare in una fontana pubblica il suo bozzetto dedicato a SAN NILO L’EMIGRANTE e donato alla mia città nel 1985. Dopo una serie di contatti, mi sono incontrato più volte a Rossano con l’artista SALVATORE D’ADDARIO, al quale affidai l’oneroso incarico di tradurre in un’opera d’arte l’idea abbozzata del grande scultore Fazzini. Il maestro D’Addario convenne che la figura solenne di S. Nilo l’emigrante, al quale preservare il centro della scultura, dovesse essere accompagnata da immagini emblematiche della città d’origine, Rossano, e della nuova città di elezione, Grottaferrata: la prima è rappresentata da un ulivo e dall’oratorio del S. Marco, la seconda dalla vite e dall’Abbazia di S. Maria di Grottaferrata. L’opera, che arricchisce Rossano, è stata realizzata e come d’accordo collocata tra Piazza Steri e la salita per l’ex Convento di S. Bernardino. Un caro ricordo dell’artista Salvatore D’Addario.
Francesco Filareto (filaretofra@gmail.com)